"Rilancerò la fondazione Marini. Spero che il mio ufficio sia il Museo"

Presentato ufficialmente il commissario Ruberto, che ha tracciato i suoi intenti per i primi dodici mesi

"Rilancerò la fondazione Marini. Spero che il mio ufficio sia il Museo"
"Rilancerò la fondazione Marini. Spero che il mio ufficio sia il Museo"

Un incarico da svolgere onorando la funzione "di garanzia e di servizio", a reperire carte, verbali e tutti i documenti che possano aiutare a inquadrare al meglio la situazione. Rimettendo in ordine quel che occorre, per un dovere non solo di legge: "La statura di un artista come Marini non credo possa consentire soste in quella che è l’attività voluta da chi questo ente lo ha fondato: promuovere e tutelare l’artista e le sue opere". Ha dalla sua certamente la professionalità e le competenze, ma pure un profondo amore per l’arte il prefetto Raffaele Ruberto, insediatosi ufficialmente quale nuovo amministratore della commissariata Fondazione Marino Marini. L’incontro con la stampa ieri "a casa" del prefetto Licia Donatella Messina che con il decreto dei giorni scorsi ha sciolto quella stessa Fondazione investendo del ruolo di commissario proprio l’ex prefetto di Torino. "L’iter che ha portato all’adozione del decreto e alla nomina di Ruberto – ha precisato Messina introducendo il commissario – è stato pienamente condiviso ai massimi livelli del Ministero degli Interni. Da un po’ di tempo la Fondazione non ha ottemperato a degli adempimenti previsti dalla normativa vigente. Dopo una corrispondenza prima interlocutoria, poi più puntuale, non abbiamo ricevuto dal legale rappresentante risposte sufficienti a superare le irregolarità rilevate e si è deciso infine per il commissariamento".

"Sono onorato dell’incarico, per me prestigioso sia da un punto di vista istituzionale quale prefetto a riposo sia dal punto di vista personale, da appassionato d’arte quale sono – ha detto Ruberto –. Il compito è delineato: la formazione del bilancio, la nomina del collegio dei revisori, la verifica dello stato patrimoniale della Fondazione. Tutto questo può apparire agli occhi dei più una gestione burocratica, ma, specifico, indispensabile. Ma al di là di quella che è l’eccezionalità dell’incarico non ho intenzione di chiudermi in una gestione burocratica attenta soltanto ai conti e agli adempimenti. Servirà una collaborazione del territorio, ai vari livelli. "Cercherò di essere attento a opportunità e istanze che si presenteranno e contribuirò a rilanciare l’attività della Fondazione. "Con questo non voglio mettere in ombra quanto fatto nei decenni che precedono questo commissariamento, ma con molta attenzione e rispetto prenderò atto di tutto quanto fatto. Quando la Fondazione sarà messa sui corretti binari restituirò alla comunità la gestione sperando di aver svolto un buon servizio".

Dodici mesi, questa la durata del commissariamento, prorogabili a ulteriori dodici per un servizio da svolgersi al momento negli spazi della Prefettura ma con una volontà precisa: "Vorrei identificare la mia presenza anche dal punto di vista fisico con la Fondazione, dunque se potessi fruire dei locali della Fondazione ne sarei ben lieto. Un modo anche per dire che la Fondazione c’è, che è attiva".

Ieri intanto, dopo la conferenza stampa, un primo incontro conoscitivo col sindaco Tomasi, con le interlocuzioni che proseguiranno nei prossimi giorni. "Prima ancora di valutare le condizioni di agibilità dei locali e quindi pensare a riaprire il museo, l’obiettivo che mi pongo è rilanciare l’attività della Fondazione. Quindi anche quella espositiva. Occorre trovare nel breve tempo gli spazi per rendere fruibile questa vastissima collezione".

"I prossimi pronunciamenti del Consiglio di Stato? Siamo abituati a rispettare le sentenze – ha aggiunto Messina –, a quelle ci atterremo. Se il parere sarà positivo, si tratterebbe di modificare lo statuto per iscrivere la Fondazione al registro regionale. Ma il commissariamento resterebbe comunque in essere". linda meoni