ELISA VALENTINI
Cronaca

"Raccolta mirtilli: è troppo presto. Rinviamo l'apertura di dieci giorni"

L'appello delle aziende che commercializzano prodotti del sottobosco

Raccolta mirtilli

Abetone Cutigliano (Pistoia), 2 agosto 2018 - “Tanti mirtilli sono ancora acerbi. In questo modo si rovinano il raccolto e le piante”. La protesta si leva da quattro aziende che commercializzano e trasformano i frutti del sottobosco nell’alta montagna pistoiese - Fratelli Bernardi, Danti Giampiero, Il Baggiolo e l’Erbolaio di Abetone – che lamentano un’apertura troppo anticipata della campagna di raccolta dei mirtilli ai fini commerciali rispetto allo stato della maturazione.

Le date di inizio raccolta, come previsto dal regolamento provinciale, vengono stabilite ogni anno dall’Unione dei Comuni Appennino pistoiese, che per questa estate ha individuato il 28 luglio come primo giorno nell’area posta sulla sinistra del torrente Lima, tra il monte Libro Aperto e Porta Franca, e il 4 agosto per la zona sulla destra del Lima, tra alta Val Sestaione, Selletta, monte Gomito e val di Luce. “Troppo presto – commentano però i referenti delle quattro aziende – molti frutti non sono ancora maturi e così una buona parte del raccolto va sciupata. A fronte dello scarto normale medio dell’8% sui frutti che ci arrivano dai raccoglitori, quest’anno, dopo che i mirtilli sono stati puliti, c’è un calo del 20-25%. E poi non sono da sottovalutare i danni che si provocano alle piantine”.

Quindi l’appello: “Purtroppo le date di apertura della raccolta vengono decise senza interpellare chi lavora nel settore, che invece saprebbe dare indicazioni importanti – proseguono le aziende – chiediamo dunque all’Unione dei Comuni di essere coinvolti per il futuro. E per quest’anno di rinviare di una decina di giorni l’apertura nella zona a destra del Lima. Il danno, dove già si raccoglie, purtroppo è fatto. Vediamo di salvare almeno l’altra parte, peraltro in un’annata in cui, dopo due estati negative, il raccolto sarebbe stato buono”.

Alcuni produttori lamentano inoltre troppa facilità nel concedere i permessi per la raccolta a scopo commerciale. “Servirebbero criteri più stringenti – dicono -, per tutelare chi risiede in montagna e qui svolge la propria attività”.