
Luca Marmo, presidente dell'Unione dei Comuni Appennino pistoiese
Montagna pistoiese, 7 giugno 2018 – È salito in macchina ed è partito alla volta di Pratovecchio Stia per confrontarsi con le istituzioni locali sulle problematiche legate alla raccolta funghi. Quello di ieri è stato solo il primo di una decina di incontri in giro per la Toscana che impegneranno Luca Marmo, sindaco di San Marcello Piteglio nonché presidente dell’Unione Appennino pistoiese e coordinatore regionale delle politiche per la montagna di Anci. Il primo cittadino, infatti, ha deciso di far visita a tutte le aree montane della nostra regione nel tentativo di fare squadra per portare a Firenze una proposta condivisa di modifica della legge sulla raccolta funghi. La convinzione della necessità di rivedere tale normativa regionale per tutelare di più il sottobosco, i residenti e l’economia delle aree montane è diffusa da tempo sull’Appennino pistoiese. A maggior ragione dallo scorso anno, quando è scaduto il regolamento provinciale che prevedeva, a titolo sperimentale nel pistoiese, il fermo della raccolta per due giorni la settimana, di cui uno per i soli non residenti in montagna. L’unico beneficio per i residenti della montagna pistoiese, come per quelli di tutti i territori montani, è rimasto dunque il tetto giornaliero più alto della quantità di funghi che è possibile prelevare, 10 chili anziché 3, nel Comune di residenza, dove non è richiesta l’autorizzazione. L’importo del tesserino per raccogliere fuori dal Comune di residenza, invece, è il medesimo per tutti i toscani. Sono considerati “turisti” i residenti fuori regione.
Sindaco Marmo, come intende affrontare il tema della raccolta funghi? “Lo leggo come il tipico problema da incardinare nella logica dei servizi ecosistemici. Intendo dire che le risorse che i territori di montagna mettono a beneficio dei cittadini tutti, inclusi quelli della piana, implicano un valore economico che in qualche misura va monetizzato e deve tornare ai territori di montagna. Detto questo, la legge che disciplina la raccolta funghi è di competenza regionale. Se l’obiettivo è modificarla, l’Unione dei Comuni può avere un ruolo politico, ma occorre una logica di concertazione con gli altri territori di montagna”.
Quali, secondo lei, le principali modifiche necessarie? “Penso anzitutto ad una gestione più attenta e più razionale del bosco, con momenti di riposo previsti per legge, possibilmente per tutti i territori di montagna. Dall’altra parte vedo anche la possibilità di incrementare il costo del tesserino, con una differenziazione più spinta fra chi risiede nei territori montani e non. Ritengo infatti che 13 euro per sei mesi e 25 euro per tutto l’anno siano una cifra irrisoria. Penso inoltre ad un meccanismo che, in quota proporzionale alle superfici boscate, riporti sui territori della montagna le risorse che derivano dai tesserini, con un vincolo di destinazione nell’utilizzo: ripristino dei sentieri, consolidamento delle pendici e tutto ciò che è funzionale a rendere ospitale il bosco”.
Come intende muoversi? “Anche nel ruolo di coordinatore delle politiche per la montagna di Anci, proverò a fare un percorso, che durerà qualche mese, in cui attraverserò i territori montani della Toscana per fare una concertazione e costruire una piattaforma condivisa su questo e altri problemi comuni. Al momento non posso dare precise tempistiche e garanzie sull’esito: immagino però che per l’autunno potremo provare ad avanzare una proposta”.
Ritiene possibile il ripristino delle due giornate di chiusura nel pistoiese? “La volontà come Unione dei Comuni, nelle more di un percorso che punta alla modifica delle norme regionali, è di chiedere alla Regione, che nel frattempo ha assunto la delega sull’agricoltura, la possibilità di ripristinare quel modello regolamentare. Possono essere invece istituiti già da subito consorzi di proprietari terrieri con proprie regolamentazioni, una cosa certamente auspicabile”.