
La protesta
Pistoia, 8 luglio 2016 - La loro religione chiede il digiuno di giorno, nel tempo del Ramadan, e loro che sono di fede musulmana chiedono di poter consumare i pasti dopo il tramonto. Ma le cucine del centro che li ospita, l’albergo Parco hotel arcobaleno, a Sammommè, chiudono prima. Risultato: una trentina di migranti pakistani sono a digiuno da tre giorni. Per questo ieri hanno preso il pullman, per presentarsi di buona mattina davanti al palazzo della prefettura, in piazza del Duomo.
Sul posto, per i controlli, sono intervenuti gli uomini della questura, ma la protesta è stata pacifica. Hanno atteso, seduti per terra, di poter parlare con un dirigente della Prefettura. Ad ascoltarli è arrivata Cassone, il vice prefetto vicario, che si è detta disponibile a garantire ai migranti la somministrazione dei pasti dopo il tramonto. «Non mangiamo da tre giorni – ha spiegato uno di loro Sajid – perché la sera le cucine sono chiuse. Siamo tutti musulmani e in questo periodo osserviamo le regole del Ramadan, ma non per questo possiamo restare a digiuno. Quello che vorremmo e che chiediamo è di poterci cucinare e gestire i pasti in autonomia».
«Il problema – spiega uno degli operatori che li ha scortati, Marco Rimediotti – è che per entrare nelle cucine servirebbe per tutti la certificazione Haccp, cosa che loro non hanno». Il gruppo di migranti, tra i quali alcuni provenienti da Somalia e Gambia, è arrivato a Pistoia a settembre scorso e ha trovato accoglienza nella struttura di Sammommè, gestita dalle cooperative Coeso, Pantagruel e Gli altri. «Da quello che mi risulta nessuno è mai rimasto a digiuno – spiega il presidente della Coeso, Moreno Sepiacci – I pasti vengono somministrati regolarmente la mattina, e poi dalle 12 alle 14 e la sera dalle 19 alle 21. Nella struttura di Sammommè, le cucine sono gestite dall’hotel e non si possono far entrare gli ospiti. Inoltre per i pasti, così come per ogni attività che coinvolge gli ospiti, vengono effettuati controlli e verifiche continui da parte della Prefettura, per cui ogni procedura rispetta delle norme. Sarà difficile fare diversamente». Stando così le cose, se non sarà possibile affidare la gestione delle cucine agli ospiti, almeno l’orario potrebbe adattarsi alle loro esigenze.