REDAZIONE PISTOIA

Pronto soccorso in affanno. "Servono medici"

Nel 2022 gli accessi sono aumentati del 30% anche a causa dei codici minori. Il direttore Donati: "Organico sotto di otto persone"

Pronto soccorso sotto stress, ammorbato da un’ondata di richieste d’aiuto che – nella maggior parte dei casi – sarebbe dovuta arrivare altrove. Il problema è atavico e la sua cura già ben nota: assunzioni. Anche il 2022, infatti, passerà alla storia per la mole di lavoro finito sulle spalle di un organico risicato che necessita di rinforzi per riuscire a reggere certi ritmi. Tanto che al San Jacopo i miracoli sono ormai pane quotidiano.

"Nel 2022 c’è stato un aumento del numero degli accessi (54.674) in Deas-dipartimento di emergenza-urgenza accettazione di circa il 30% rispetto al 2021 (44.480) e del 10 per cento circa rispetto all’epoca pre-covid – spiega numeri alla mano il dottor Mirco Donati, direttore del pronto soccorso di Pistoia –. Questo incremento è dovuto all’aumento dei codici minori che si presentano in pronto soccorso per avere risposte sulla loro salute, anche senza motivi urgenti". Tradotto, in tanti (troppi) si riversano in sala d’attesa anche se dovrebbero bussare altrove per ottenere assistenza.

A ciò si somma lo stato di salute di un territorio sempre più impegnativo dal punto di vista sanitario. "Sul quadro complessivo pesano l’innalzamento dell’età media e la complessità dei pazienti che spesso si portano dietro molte comorbilità – riflette il dottor Donati –. Condizioni che rendono sempre più necessari, in caso anche di sintomi non urgenti, valutazioni complesse con esami diagnostici e del sangue che sul territorio non sono ottenibili in tempi brevi". Il personale sanitario fa l’impossibile per far fronte alle varie emergenze perché purtroppo a questa enorme impennata di lavoro per i pronto soccorso di tutta la Toscana non è corrisposto un aumento del personale medico che quotidianamente lavora in trincea.

"Anzi negli ultimi anni molti dei medici che lavoravano al San Jacopo si sono licenziati o hanno terminato il loro servizio – spiega ancora il direttore –: rispetto allo standard definito secondo le necessità del Ps, al nostro presidio ci dovrebbero essere 23 medici oltre al direttore. Ebbene attualmente siamo in 15 oltre al direttore...". Quali prospettive dunque per il futuro? "È evidente che non c’è stata un’adeguata programmazione per la formazione di medici in Italia negli ultimi anni – conclude il dottor Donati –: ciò ha portato ad una carenza di medici in tutti i campi, dal territorio all’ospedale compresi i pronto soccorso. Da parte della nostra Azienda è stato fatto tutto il possible, utilizzando le graduatorie esistenti. La Regione sta cercando personale medico nelle fila dei colleghi della medicina interna che hanno fatto il concorso per entrare in ospedale, chiedendo a questi neo assunti di passare almeno due anni in Ps. Penso che sia una buona cosa in quanto gli internisti sono già per formazione ben preparati sulla medicina d’urgenza. Standoci accanto approfondiranno un campo della medicina che gli servirà sempre, anche nella vita di reparto. Nel futuro ci dovrà essere una riflessione globale sul Ssn e su come aiutare i Ps: gli scenari possibili sono vari, dalle Case della salute per potenziare il territorio, all’utilizzo del Ps solo per i casi realmente urgenti".

Elisa Capobianco