
Stefano Guiducci
Pistoia, 5 marzo 2019 - La vita non è clemente con nessuno. Ma con qualcuno è feroce. Lo è stata con un ragazzo che aveva un futuro radioso, da scienziato, le cui ricerche apriranno importanti prospettive tecnologiche. Stefano Guiducci non sarebbe mai stato un cervello in fuga perchè amava l’Italia, la sua famiglia, i suoi amici e colleghi e, soprattutto, i suoi studi in fisica quantistica, a cui si è dedicato con una passione totale fino a che, per una complicazione di una malattia di cui sofriva da qualche tempo, il suo cuore, all’improvviso, si è fermato, lasciando un vuoto devastante, soprattutto per i suoi genitori. Un dolore che oggi trova un po’ di sollievo perchè la Scuola Normale Superiore di Pisa, onorerà, con un premio, la sua memoria.
Stefano Guiducci, di Pontelungo (Pistoia), aveva compiuto 29 anni da poco quando è morto, il 19 ottobre 2018. Era l’unico figlio di Paolo, che lavora al Genio Civile di Pistoia, e di Sandra, impiegata. Era tutto per loro. Un figlio di cui andare fieri, per la sua intelligenza, per la sua sensibilità, per il suo sconfinato amore per la Scienza e per tutte le sue possibili applicazioni. Stefano aveva frequentato il liceo scientifico di Pistoia ed era in quegli anni che si era affacciata la passione per una materia affascinante e certo non semplice. Aveva preso parte alle Olimpiadi della Fisica e a uno stage all’Osservatorio Astronomico di Arcetri. La Fisica e le stelle non sono mai lontane. Poi aveva preso la sua decisione e si era iscritto all’ateneo di Pisa e si era laureato con il massimo dei voti in Fisica della Materia con una tesi sulla superconduttività.
Ma il grande risultato per lui era arrivato con il dottorato al Nest (National Enterprise for nanoScienze and nanoTechnology) della Scuola Normale Superiore di Pisa. Stefano aveva vinto una prestigiosa borsa di studio della fondazione "Silvio Tronchetti Provera", e durante l'ultimo anno del suo percorso di dottorato aveva ottenuto una borsa di studio all'Istituto Nanoscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa. Gli anni del suo dottorato furono densi di attività per lui: partecipò a una conferenza internazionale in Sicilia e a una scuola di specializzazione per studenti di Ph.D., a Capri, presentando con entusiasmo le sue attività di ricerca e discutendo i suoi risultati con esperti ricercatori di diversi paesi. Il giovane studioso pistoiese contribuì con successo a una collaborazione internazionale con il laboratorio Neel del CNRS di Grenoble, dove discusse, con i colleghi francesi, le sue attività, e proprio quella collaborazione portò a una innovativa pubblicazione scientifica congiunta.
"L'attività di ricerca di Stefano - come ci ha spiegato l'equipe del Nest che fa capo al professor Stefan Heun - ha riguardato lo studio di nanostrutture: si tratta di oggetti piccolissimi, delle dimensioni di milionesimi di millimetro - nanometri appunto - che presentano fenomeni e proprietà insolite e che aprono a nuove prospettive tecnologiche. Le sue ricerche hanno a esempio indagato i fenomeni 'esotici' che si verificano alla scala dei nanometri tra superconduttori e nuovi materiali bidimensionali come il grafene. Stefano si è anche dedicato a studiare fenomeni quantistici legati alla superconduttività in presenza di forti campi magnetici e temperature bassissime, usando un microscopio a scansione avanzato unico in Italia. I risultati di queste ricerche hanno portato alla pubblicazione di cinque articoli in riviste scientifiche internazionali. Gli studi e risultati sviluppati da Stefano si collocano nel contesto della ricerca di frontiera nel campo delle tecnologie basate su effetti quantici con possibili ricadute anche nell'ambito della computazione quantistica".
"Era una materia vastissima – raccontano, con dolcezza e dolore – Paolo e Sandra – aveva rinunciato a spiegarci di cosa si occupava. Ci parlava degli esperimenti, dei campioni e delle misure. Ci fu un periodo in cui rimase chiuso per un mese nel suo laboratorio. Lavorava su campioni nell’ordine delle temperature vicino allo zero assoluto. Dove ci sono attrezzature da assistere sempre. Lavorava a ciclo continuo. La sua aspirazione era di rimanere lì, a Pisa, di fronte a qualcosa di immenso. Era tenace, completamente assorbito dai suoi studi. Gli piaceva tanto anche l’informatica e studiava perfino in ospedale, nei periodi in cui era stato costretto a lunghi ricoveri".
Paolo e Sandra si stanno facendo forza. Sopravvivere a un figlio è comprensibile soltanto da chi vive questa stessa, terribile condizione. Tuttavia la memoria per questi genitori è importantissima, e al Nest della Scuola Normale Superiore, il nome di Stefano Guiducci è legato al Premio Nazionale Nest per la Nanoscienza, destinato a giovani scienziati che lavorano in Italia e che sarà assegnato, a giugno, a Roma, "in loving memory" di Stefano Guiducci. Sandra e Paolo hanno detto addio al loro adorato figlio nel silenzio più assoluto, anche se, per i funerali, sono arrivati tutti gli amici e tutti i colleghi, da ogni città. Ma oggi, sono orgogliosi che una delle scuole più prestigiose del mondo, renda onore agli studi di Stefano.