"Pochi mezzi per i nostri figli che studiano"

Genitori di Agliana protestano contro Autolinee Toscane perché gli autobus che portano gli studenti a scuola non passano o sono strapieni. I genitori hanno segnalato il problema ad Autolinee Toscane e in Regione.

Da Le Querci e Chiazzano fino a Valenzatico dilaga la protesta delle famiglie contro Autolinee Toscane, perché gli autobus che portano gli studenti a scuola talvolta non passano, oppure non si fermano perché sono strapieni e gli studenti arrivano tardi a scuola o devono entrare alla seconda ora. Avevamo già raccolto proteste soprattutto da genitori aglianesi con figli che frequentano il liceo Forteguerri e il liceo scientifico e usufruiscono della linea 12, i cui bus arrivano già pieni alla fermata di via Magni, davanti al Comune di Agliana e non possono far salire altri studenti alle fermate successive. "Gli autobus passano in direzione Pistoia senza fermarsi a Le Querci, a Chiazzano e oltre – confermano alcuni genitori –, in quanto sono pieni oltre ogni limite. Idem per le linee 13 e 51 che transitano in zona Valenzatico. Gli studenti che devono raggiungere le scuole sul viale Adua, Itis, geometri e liceo scientifico, non possono prendere il bus nonostante abbiano pagato un abbonamento. I mezzi più vuoti sono solo quelli che si fermano a Pistoia, alla Stazione o in piazza San Francesco e con vento, pioggia e gelo, ragazzi e ragazze devono andare a piedi, dopo aver aspettato inutilmente in queste piazze che passi un altro bus per proseguire. In questo modo – protestano i genitori – arrivano in ritardo a scuola e con l’andare del tempo vengono anche richiamati dai docenti perché sembra vogliano evitare interrogazioni o compiti in classe". Un genitore riferisce: "Personalmente ho già aperto tre segnalazioni ad Autolinee Toscane e una in Regione, ma i tempi con cui risponde At sono biblici". Alcuni genitori raccontano di avere parlato anche con il vicepreside dell’Itis: "Ci ha detto – fanno sapere – che la segnalazione verrà portata anche in consiglio d’istituto".

Piera Salvi