Pletnev, il pianista amato da Gorbaciov

Stasera al Manzoni il concerto, dedicato ai preludi, del maestro di Arkahangelsk, considerato uno dei più grandi artisti viventi

È considerato uno dei più grandi pianisti viventi, ma è anche un ricercatissimo direttore d’orchestra, un grande compositore e un artista che sfida qualsiasi classificazione convenzionale. Stasera, mercoledì 8 novembre, alle 20.30 al Teatro Manzoni, la Stagione concertistica ospita Mikhail Pletnev, per la prima volta a Pistoia. Nato nel 1957 ad Arkhangelsk, in Russia, Pletnev ha dimostrato molto presto il suo talento, iniziando a studiare al Conservatorio di Mosca a 13 anni. Nel 1978 ha vinto il primo premio e la medaglia d’oro alla sesta edizione del Concorso Tchaikovsky. Da allora si è esibito come solista con tutte le orchestre e i direttori più rinomati al mondo. Nel 1990, grazie all’assenso di Mikhail Gorbaciov, Pletnev ha fondato la Russian National Orchestra, la prima orchestra russa non governativa e finanziata privatamente, considerata oggi una delle migliori del mondo. Nel 1998, la prima esecuzione mondiale del suo Concerto per viola dedicato a Yuri Bashmet è stato accolto con entusiasmo da critica e pubblico. I suoi arrangiamenti de "Lo Schiaccianoci" e de "La Bella addormentata" di Tchaikovsky sono diventati per i pianisti un termine di confronto per dimostrare la padronanza dello strumento.

Il recital pistoiese è interamente dedicato a una forma musicale piccola, breve e libera, il Preludio, con due cicli famosissimi, l’op.28 di Chopin e l’op.11 di Skrjabin, composti ciascuno da 24 brani che esplorano tutte le tonalità, sul modello del Clavicembalo ben temperato di Bach. Chopin, nel culto di Bach, concepisce il preludio secondo la sua rivoluzione silenziosa: ogni funzione prolusiva è eliminata; ognuno dei frammenti, come disse André Gide, "prelude a una meditazione". Nessuno schema formale fisso, una grande varietà di generi e forme, dal notturno alla mazurka, dallo studio al corale, ad altro. Ma la raccolta è perfettamente organizzata in un blocco organico e coerente che calibra a meraviglia tensione e posa. Una gestazione lunghissima e non definibile, che solo in parte coincide con il soggiorno trascorso nel 1838 a Maiorca con George Sand per lenire la tisi. A Chopin si rifà, alla soglia del ‘900 Skrjabin, personalità originale, complessa e tormentata. I suoi primi pezzi pianistici mantengono una natura sostanzialmente romantica. L’op.11 è il frutto di una sfida lanciata dall’amico e manager Mitrofan Beljaev nel novembre del 1895: 48 preludi da consegnare entro l’aprile dell’anno successivo. Ma Scrjabin, nella sua proverbiale insofferenza alle costrizioni e agli obblighi, alla scadenza stabilita si rifiutò di pubblicarli in un’unica raccolta compatta. Nel 1897 fu pubblicata la serie che riunisce 24 frammenti brevissimi, distinti da una studiata uniformità espressiva e da un piglio rapsodico accentuato. Ogni brano porta l’annotazione di una data e di un luogo, che coincidono con le tappe delle numerose tournées pianistiche all’estero dell’autore Info: Biglietteria Teatro Manzoni 0573 991609 – 27112; www.teatridipistoia.it

Chiara Caselli