Platano cade e si abbatte sul camion Tre mesi dopo nessun risarcimento

Il 18 agosto durante la tempesta di vento fu sfiorata la tragedia in viale Adua: mezzo distrutto e autista ferito. L’azienda di trasporti rimasta danneggiata non è stata rimborsata dall’assicurazione. Ora rischia di chiudere

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Era il 18 agosto quando per una manciata di minuti il meteo impazzì causando una devastante tempesta di vento e pioggia. Proprio in quel momento in viale Adua stava transitando un camion dell’azienda Pampaloni di Firenze che fu colpito in pieno da un platano sradicato dalla furia delle raffiche a 100 chilometri orari. Tragedia sfiorata. L’autista del mezzo rimasto incastrato nell’abitacolo del camion, fu estratto dai vigili del fuoco, ferito ma vivo. Oggi a distanza di tre mesi e mezzo, quel temporale funesto rischia di diventare davvero una tragedia. L’azienda rimasta involontariamente colpita dall’albero è ancora in attesa del risarcimento da parte dell’assicurazione del Comune.

L’autista del camion nell’incidente ha riportato serie ferite alle gambe e tutt’ora si trova in convalescenza. L’azienda di trasporti è ferma perché i soldi del risarcimento per acquistare un nuovo mezzo e proseguire col lavoro non sono ancora arrivati. Tutt’altro. Ad oggi pare che l’unica soluzione sia citare in giudizio il Comune. Il problema va ben oltre perché a rischio ci sono lavoratori di un’azienda sana che dal quale maledetto 18 agosto sta perdendo 10.000 euro di commesse al mese e mettendo a rischio i contratti futuri poiché i clienti non sono più disposti ad attendere.

"Abbiamo dato fondo a tutti i nostri risparmi, il camion è distrutto, tutt’ora si trova in deposito, e da agosto non stiamo onorando i contratti che abbiamo. È una tragedia. Tutto questo per un evento indipendente dalla nostra volontà", si sfogano dalla Pampaloni. Oltre al danno la beffa. Quello che in un primo momento è passato come un miracolo, adesso per la burocrazia e la mancanza di buonsenso rischia di diventare la ragione della chiusura di un’impresa che dà lavoro a famiglie.

La vicenda è seguita dall’avvocato Niccolò Grossi del foro di Firenze. "Abbiamo fatto una prima richiesta danni e il Comune è stato molto celere nel fornirci tutti gli estremi dell’assicurazione, poi la pratica si è arenata nonostante i nostri continui solleciti e la disponibilità a collaborare", spiega il legale.

Il danno è stato quantificato dal perito dell’assicurazione con una cifra irrisoria: 14.000 euro che l’impresa non ha accettato. Non sarebbero bastati nemmeno per acquistare un nuovo mezzo: "Dal 18 agosto ogni giorno ci sono 16 euro di cauzione del deposito, 800 euro per il carro attrezzi, 15mila euro del valore del mezzo, ma quello che è peggio è il guadagno mancato - aggiunge Grossi -. Abbiamo fornito le fatture dei mesi e dell’anno precedente per dimostrare la perdita di lavoro, ma a nulla sono valse le nostre richieste. L’assessore e il sindaco subito dopo la tragedia spesero parole e invitarono i cittadini che avevano subito danni a farsi avanti. Se questa è la risposta. Inoltre del platano che è crollato, sfiorando la tragedia, è stato detto che era tra le piante segnalate come percolanti". In questo caso il buonsenso sarebbe la miglior ricetta perché una tragedia sfiorata non diventi reale.

Silvia Bini