
Centrale Sperando
Pistoia, 27 febbraio 2015 - E’ LA COMPAGNA silenziosa dei tanti sciatori che da Lucca o Pistoia salgono verso l’Abetone. Difficile non accorgersi di quella enorme struttura in pietra sulla statale 12, poco dopo l’abitato della Lima. Quasi nessuno, però, sa cosa nasconda al suo interno la centrale idroelettrica di Sperando. Progettata da Lapo Farinati degli Uberti (il «creatore» della Val di Luce) fin dal 1913 e inaugurata nel 1929 contiene al suo interno quattro turbine che consentono una produzione annua di 29 GWh (pari al consumo di 8.300 famiglie), con una potenza installata di 15,8 MW. Entrare al suo interno è, tutt’oggi, un’emozione: la porta a vetri si apre in un grande ambiente dai soffitti altissimi, caratterizzato dall’odore degli oli lubrificanti e dal «canto» delle turbine che, nel momento in cui visitiamo l’impianto, sono in funzione. Proprio le turbine, rosse e blu, attraggono l’attenzione del visitatore: alcune sono lì da prima della guerra (una riporta la targhetta del 1929), anche se poi, come spiegano i nostri accompagnatori del gruppo Enel, «viene effettuata una manutenzione continua». A COLPIRE è soprattutto il fatto che una centrale di questa portata, e per di più in funzione, è tele controllata a distanza, anche se in loco è presente del personale tecnico del distaccamento della Lima che dipende dal reparto di Corfino (nel comune di Pieve Fosciana). «L’impianto – spiega l’ingegner Carlo Galli, responsabile Toscana Enel Produzione – è telecontrollato da una struttura di Ponte nelle Alpi (in provincia di Belluno, ndr) che gestisce accensione e spegnimento delle turbine e la produzione giornaliera di energia elettrica. Il reparto di Corfino controlla 8 centrali e 9 grandi dighe in tutto il bacino del Serchio e della Lima oltre a uno sbarramento fluviale sul Serchio. Dal punto di vista tecnico la centrale di Sperando è alimentata da due salti: quello del Lima-Tistino (57 metri) che alimenta due turbine di tipo Francis da 1,7 MW l’una e quello di Verdiana (270 metri) che fa girare due turbine Pelton da 4,5 MW l’una.
Davide Costa