
Pistoia si mobilita per la pace Il presidio e una pianta sul Globo
Pistoia si mobilita per la pace. E lo farà con una fiaccolata e con un presidio permanente al centro della città. Le associazioni locali che hanno aderito al movimento Europe for Peace hanno deciso di portare in piazza Gavinana la pianta simbolo universale di pace, l’olivo. "Questo è solo un inizio, parleremo di pace finché avremo voce – spiega Benedetta Rauty, referente Pax Christi Pistoia –. Dal 24 febbraio faremo un presidio permanente sul Globo con un olivo. Tutte le associazioni cercheranno di in settimana di tenere viva l’idea della pace. Ci saranno associazioni educative che proporranno giochi di pace per i bambini, associazioni culturali che faranno informazione sulla pace. Pistoia inizia un percorso di pace intorno a questo ulivo in piazza Gavinana". Tutto partirà con la fiaccolata che è in programma per venerdì prossimo al grido di "Cessate il fuoco, subito" rivolto a tutti i conflitti. La rete pistoiese delle organizzazioni della società civile aderenti a "Europe for Peace" ha aderito alla mobilitazione lanciata a livello internazionale, organizzando la manifestazione per l’anniversario dell’inizio del conflitto in Ucraina. L’appuntamento è alle ore 18 in piazza San Francesco, con partenza alle 18.30 con arrivo del corteo in piazza Gavinana (Globo), dove sarà allestito il presidio di pace permanente. "Di fronte al continuo allargamento della guerra, con impatti sempre più devastanti sulle popolazioni e un pericolo di escalation anche nucleare, a Pistoia, come in tante città italiane e europee, chiederemo alla Russia e all’Ucraina il cessate il fuoco, per iniziare il dialogo e l’apertura di negoziati di pace all’insegna dello slogan "la pace è la vittoria di cui abbiamo bisogno – ha detto Rauty –. Abbiamo cercato di coinvolgere più associazioni possibili in questa fiaccolata che si inserisce in Europe for Peace. Si continua a parlare di armi da inviare. Bisogna spendere tempo per parlare di negoziati, di chiedere ai governi di fare sforzi per andare verso la pace e di non continuare a finanziare la guerra".
Gabriele Acerboni