
Mario Pinferi e Rosanna Luzzi, una vita d’amore: insieme in un momento felice
Quarrata (Pistoia), 31 gennaio 2021 - "È tremendo quando sai che i tuoi genitori sono in terapia intensiva, parli per telefono con i medici ospedalieri che ti aggiornano sulle condizioni in peggioramento di tuo padre, e poi ti dicono: “E adesso passiamo a parlare di tua madre“, e hai la speranza sempre più attaccata a un filo. Purtroppo però non ce l’hanno fatta, prima l’uno e poi l’altra". Sono parole che grondano dolore quelle di Sara Pinferi, residente a Catena di Quarrata, che ha appena perso entrambi i genitori, Mario 78 e Rosanna 75 anni, deceduti nel giro di due giorni a causa del Covid all’ospedale San Jacopo. Un’esperienza devastante, difficile da superare: "Almeno se li avessi potuti rivedere, fargli sentire per una volta la mia voce, stringergli la mano – ci ha raccontato disperata Sara ieri pomeriggio, subito dopo il funerale della madre – invece in terapia intensiva i parenti non possono entrare e questo è difficile da accettare. Non lo trovo giusto perché avrei voluto che sapessero che ero lì, anche solo dallo sguardo", ammette Sara, pur senza alcuna nota polemica, ma anzi ringraziando il personale infermieristico, al quale i parenti spesso chiedono di fare da intermediari, quasi al punto di diventare persone di famiglia per chi è isolato in un letto d’ospedale.
«È nei momenti come questo che ci viene in aiuto la fede – ha detto don Marino dall’altare della chiesa di Catena nella mattinata di ieri durante la messa funebre nella chiesa di Catena –, ma so che è difficile accettare la perdita dei propri cari".
E per Sara, figlia unica, è davvero difficile ricordare questi ultimi 20 giorni, in cui, sebbene anche lei contagiata dal virus, si è presa cura del babbo e della mamma entrambi risultati positivi, restando con loro rinchiusa nella loro casa, mentre il marito e i due figli erano rimasti nell’abitazione dove risiedono per evitare contatti. "Il babbo a fine dicembre aveva una brutta tosse, così gli avevano fatto il tampone che aveva rivelato la presenza del Covid. Ma siccome aveva cominciato a peggiorare, dopo un po’ di giorni abbiamo deciso di farlo ricoverare. Quel giorno mi ha detto: “Io vado in ospedale, ma non torno“. Allora l’ho abbracciato forte", dice Sara ricordando tra le lacrime l’ultima volta che ha visto il padre.
Poi però sono peggiorate anche le condizioni della mamma: "Lei in ospedale ha lottato come una leonessa, ha tenuto l’ossigeno all’inizio, si è sforzata fino all’ultimo, finché poi però è stato necessario intubarla. Anche lei ha perso la battaglia", spiega sconsolata Sara senza riuscire a rassegnarsi a questo destino crudele. Adesso non resta che sforzarsi di superare questo triste momento, facendo tesoro dei ricordi più belli: "I miei genitori erano una bella coppia, unita, sempre sorridenti, mi hanno lasciato tanti insegnamenti e io continuerò a metterli in pratica, anche con il sostegno che mi sta dando mio marito Alberto. Ma per me è dura, fisicamente ma soprattutto psicologicamente: sono rimasta scioccata, ho tanta paura, e devo invece trovare la forza di stare vicino ai miei figli che erano tanto attaccati ai nonni – conclude Sara – Anch’io ho avuto paura di morire. Negli occhi di medici e infermieri ho visto lo smarrimento. Mi sembrava che mi volessero dire: “Diglielo là fuori, cosa succede qui, a chi dice che il Covid non esiste“".