Pedinata e poi licenziata Ma il giudice la reintegra

Annullato il provvedimento della Coop nei confronti di una addetta alla pescheria

Era stata pedinata da un investigatore privato incaricato dalla Coop e licenziata in tronco per giusta causa perchè, durante il periodo di malattia, aveva lavorato, per alcuni giorni, in uno studio per geometra compromettendo, secondo l’azienda, il percorso di guarigione. La giovne donna, 40 anni, di Quarrata, era stata licenziata il 30 aprile del 2021 e aveva impugnato il provvedimento davanti al tribunale di Firenze, sezione lavoro. La causa si è conclusa con la sentenza favorevole alla lavoratrice, pochi giorni fa, il 13 marzo. E’ stata pronunciata dal giudice Stefania Carlucci. La lavoratrice è stata assistita dall’avvocato Yara Serafini del foro di Firenze, mentre Unicoop Firenze Società Cooperativa era rappresentata dall’avvocato Gian Luca Pinto. L’ordinanza è stata emessa in base alla legge Fornero che prevede la possibilità di opposizione e quindi il doppio grado di giudizio. Ma intanto, da oggi, la giovane donna torna al suo posto, nella Coop di Montemurlo. Sarà il suo primo giorno di lavoro dopo questa lunga, difficile parentesi. Quando tutto è cominciato la donna era addetta alla pescheria, assunta a tempo indeterminato dal 13 marzo 2006 a 20 ore settimanali, quarto livello. Le sue mansioni richiedevano l’uso di entrambe le mani, continuamente immerse in acqua e ghiaccio, impiego di lame e coltelli. Aveva bisogno di lavorare e aveva chiesto l’ampliamento dell’orario di lavoro.

Richiesta che non era stata accolta, se non per poche settimane. Il 24 febbraio del 2021 si era sottoposta a intervento chirurgico alla mano sinistra per la sindrome del tunnel carpale. Ebbe una prognosi iniziale di 30 giorni, poi rinnovati e infine anticipati. Nel corso del 2021 aveva iniziato a frequentare, in base ai suoi studi, uno studio di geometra, saltuariamente e in orari diversi da quelli del supermercato. La Coop le aveva contestato sei giornate in quello studio, durante la malattia e l’aveva licenziata ritenendo che le sue condotte avessero ritardato la guarigione e che queste costituissero un utilizzo indebito dell’istituto della malattia. Il consulente tecnico d’ufficio, il medico legale Alessandro Mani, incaricato dal giudice, ha accertato l’intervento al tunnel carpale e che l’attività svolta per lo studio del geometra non aveva determinato, come scrive il giudice: "Rischio di aggravamento della patologia o ritardo nella ripresa lavorativa". Alla luce di tutti gli elementi emersi il giudice ha annullato il licenziamento e condannato Unicoop Firenze a reintegrare la lavoratrice nel posto di lavoro e al pagamento di una indennità risarcitoria, nonchè a rimborsare le spese, e il pagamento delle perizie.

"Il Tribunale – è il commento dell’avvocato Serafini – ha appurato che nel corso del recupero funzionale seguito all’intervento chirurgico, la mia cliente non è incorsa in alcun comportamento giuridicamente censurabile, svolgendo azioni pienamente compatibili con la riduzione funzionale in essere, senza smentirla né aggravarla in alcun modo".

l.a.