
Il vescovo emerito di Pescia, Roberto Filippini, alla marcia della Pace a Monsummano, in una delle manifestazioni che lo ha visto in prima linea
C’era anche monsignor Roberto Filippini, vescovo emerito della Diocesi di Pescia e volto noto della Chiesa pistoiese, tra i vescovi toscani evacuati da Gerusalemme in seguito all’attacco missilistico che, nella notte tra giovedì 12 e venerdì 13 giugno, ha colpito l’area di Tel Aviv, innescando una nuova escalation di tensione tra Israele e Iran. Monsignor Filippini – già vicario generale della Diocesi di Pistoia e molto legato al territorio anche dopo la fine del suo mandato episcopale a Pescia nel 2023 – fa parte della delegazione della Conferenza Episcopale Toscana in pellegrinaggio in Terra Santa, partita lo scorso 8 giugno. Il gruppo, composto da vescovi, sacerdoti e laici, ha dovuto abbandonare in fretta Gerusalemme e cambiare drasticamente i piani di viaggio.
Il volo di rientro previsto dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv è stato infatti cancellato, e il rientro in Italia avverrà ora dalla Giordania, attraverso un’evacuazione via terra, con tappa ad Amman. Il pellegrinaggio – guidato dal cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente della Cet – si era svolto fino a ieri in un clima di raccoglimento e serenità, seguendo il programma stabilito, con visite nei luoghi santi e momenti di preghiera comunitaria. Ma la situazione è improvvisamente precipitata dopo la reazione di Israele all’attacco iraniano, con conseguente chiusura di scuole, uffici e punti strategici in tutto il Paese. Nessuno dei membri della comitiva, fortunatamente, ha riportato ferite o problemi di salute, ma lo spavento è stato forte e la sensazione di instabilità è ancora palpabile.
Monsignor Filippini, classe 1948, ha servito la diocesi di Pistoia per oltre quarant’anni, prima come sacerdote, poi come vicario generale. Consacrato vescovo nel 2015, ha guidato la diocesi di Pescia fino all’autunno 2023, mantenendo nel tempo un profondo legame con la comunità pistoiese, partecipando a celebrazioni, incontri culturali e momenti ecclesiali. La sua presenza nel pellegrinaggio ha rappresentato, ancora una volta, la sua volontà di essere vicino ai luoghi della fede e alle persone, anche nelle situazioni più complesse.
In attesa del volo di rientro – che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni dall’aeroporto di Amman – la delegazione toscana è assistita dalle autorità ecclesiastiche italiane e dalla diplomazia vaticana, in costante contatto con funzionari israeliani e giordani per garantire il rimpatrio in sicurezza. Intanto a Pistoia e Pescia, dove Filippini è molto stimato, cresce la vicinanza e la preoccupazione per la sua sicurezza, insieme alla preghiera e al desiderio di rivederlo presto in diocesi.
M.M.