PISTOIA
Il lavoro di intrattenere ed emozionare il pubblico. Per Federico Cammarata, fondatore e frontman dei ’Pianeta Zero’, lavoro ma anche piacere. 42enne valdinievolino, Federico è attivo nel mondo dello spettacolo da quando aveva 19 anni. Una carriera di talento, impegno e molta devozione al canto, alla musica e al suo idolo Renato Zero. "Emozionarsi e trasmettere quelle emozioni fanno parte del nostro lavoro. Si tratta di qualcosa che non arriva per caso: serve tanto impegno e tanta esperienza. Poi c’è il talento, ma anche i più talentuosi se non si allenano si perderanno presto per strada".
Nel mondo dello spettacolo cosa serve per avere successo?
"Molte cose, non ultima un po’ di fortuna. Io posso dire che sono cresciuto anno dopo anno osservando e ascoltando molto gli altri senza mai sentirmi arrivato. Questa forse è la chiave: non smettere mai di studiare e provare a migliorarsi".
Cosa consiglia a chi si vuole avvicinare a una carriera nel mondo dello spettacolo?
"Di essere veramente sicuri di volerlo fare. I più giovani non dovrebbero farsi traviare dai talent show in tv, quelli della popolarità facile, degli applausi inebrianti. Quelli che applaudono sono per lo più fan del programma, non dell’artista. Popolarità e applausi arrivano soprattutto con la gavetta e l’impegno costante. Il consiglio più importante che posso dare è un altro".
Quale?
"Fare tre o quattro stagioni nei villaggi turistici. Io l’ho fatto e posso dire che sono una scuola di palcoscenico senza pari. Quel mondo ti insegna a capire il pubblico, cogliere le dinamiche sera per sera, conosci la psicologia di chi hai davanti. Ci sono moltissime offerte di lavoro ogni anno per un posto da animatore turistico: ai più giovani che vogliono cimentarsi con lo spettacolo dico di provare".
Quali doti cerca nelle persone che lavorano insieme a lei sul palco e nel backstage?
"Do per scontato il rispetto e l’educazione, che servono non solo nello spettacolo ma in ogni ambiente di lavoro. Ci metto anche la precisione, perché gli show sono una cosa seria. La dote che cerco di più è la devozione al lavoro".
Francesco Storai