Ordine, Asl e Stato contro il dottor no vax Ma lui si difende: "Solidarietà dai pazienti"

Il caso dei falsi green pass. Il gip ammette la costituzione delle parti civili. Calvani resta ai domiciliari: "Ho la comprensione di tanti colleghi"

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Rischia una condanna fino a cinque anni di reclusione il dottor Federico Calvani, medico della montagna pistoiese, accusato di aver gestito un giro di finte vaccinazioni, per il rilascio di falsi green pass. Un passaparola che avrebbe coinvolto no vax provenienti anche da Prato, Lucca, Pisa. Il dottore è accusato di falso ideologico informatico, per l’inserimento di falsi dati sanitari nel sistema regionale, di peculato, per aver disperso le dosi di vaccino ricevute, e di truffa ai danni dello Stato, per aver intascato l’indennità come medico vaccinatore, infine di corruzione (in alcuni casi, per aver ricevuto una piccola "mancia" dai pazienti a cui elargiva i favori).

Ieri l’udienza davanti al gip Patrizia Martucci. A costituirsi parti civili per il danno di immagine e per quello patrimoniale l’Asl Toscana Centro, rappresentata dall’avvocato Paola Bertoncini, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Salute, rappresentati dall’avvocatura Distrettuale dello Stato di Firenze, e l’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (OMCeO) di Pistoia, rappresentato dall’avvocato Andrea Niccolai. Un’udienza breve, nella quale il giudice ha ammesso la richiesta di rito abbreviato presentata dall’avvocato del dottore, Stefano Panconesi.

Il dottor Calvani, agli arresti domiciliari (con braccialetto elettronico) dallo scorso 31 dicembre, è arrivato puntuale, sereno, come ha sempre affermato di essere "in pace con la propria coscienza".

"In questi mesi – ha spiegato il dottor Calvani al termine dell’udienza – ho ricevuto la solidarietà e l’affetto di tantissimi pazienti, famiglie che ho assistito per anni e che hanno contattato il mio avvocato pur di farmi avere un loro sostegno. Perché io sono medico da molto prima che arrivassero il Coronavirus e questi vaccini. Di vaccini ne avrei fatti ancora molti a chi me li chiedeva".

E poi il ricordo degli inizi della sua carriera: "In montagna ero medico di famiglia da dieci anni, ma ho iniziato come medico di guardia sedici anni fa a Cutigliano. Conosco tutte le famiglie, le ho seguite e curate. Ho fatto diagnosi e salvato persone e ora si parla solo della mia posizione contro i vaccini. Una posizione poi che gode dell’evidenza scientifica. Sulla pandemia e sul Coronavirus potrei tenere lezioni per una giornata intera. In ogni caso, sono sempre stato collaborativo con i magistrati e ho spiegato che i vaccini che non risultano utilizzati sono solo una minima e residua parte. E’ stato il passaparola a portare le persone da me".

L’Asl Toscana Centro, dunque, rappresentata dall’avvocato Bertoncini di Firenze contesta il danno di immagine quello patrimoniale, per le prestazioni pagate che non sono mai state rese e per le dosi di vaccino che sono state così disperse. "In questo modo – ha chiarito il legale – si è anche creato di fatto un disservizio nel sistema, oltre al fatto che è stata intaccata l’affidabilità dei dati attestati dal sistema sanitario".

"Questa costituzione di parte civile – ha chiarito l’avvocato Andrea Niccolai, che rappresenta l’Ordine dei Medici di Pistoia – è stata fortemente voluta dal presidente, dottor Beppino Montalti, perché innanzitutto la condotta del dottor Calvani (ora sospeso) ha fatto venir meno la stessa tutela di quegli interessi pubblici connessi all’esercizio della professione per la quale l’Ordine è stato costituito, provocando così un danno sia di immagine, sia alla particolare campagna vaccinale in corso. E’ stato leso il diritto alla salute individuale e collettiva, contribuendo così alla diffusione del virus".

Martina Vacca