
Ordinanza sgombero di Vicofaro S’infiamma lo scontro politico
Continua a far discutere, e non potrebbe essere altrimenti, l’ordinanza contigentibile e urgente emessa dal sindaco Alessandro Tomasi per lo sgombero dei locali della parrocchia di Vicofaro. Uno sgombero che dovrà avvenire a stretto giro di posta, anche prima del termine dei 15 giorni indicato nell’atto, volontariamente (ma don Massimo Biancalani ha già datto sapere che "disubbidirà all’ordinanza") o attraverso l’esecuzione coattiva del provvedimento da parte delle forze dell’ordine. "Le istituzioni hanno il dovere di intervenire prima che accada qualcosa di irreparabile", ha spiegato il primo cittadino, parlando di "precisi rischi sanitari" che, stante la relazione dell’Asl, sono correlati alla potenziale "diffusione di malattie infettive" a causa delle "condizioni di sovraffollamento, gravi carenze di illuminazione e areazione degli ambienti e stadio di degrado igienico sanitario".
Numerose le reazioni da parte del mondo della politica. E se la presa di posizione "interlocutoria" del Pd ha fatto storcere la bocca al parroco di vicofaro ("Un comunicato ipocrita e pilatesco – ha commentato Biancalani – è questa la nuova linea Schlein?"), più netta è la voce alzatasi nella nota congiunta diffusa da Partito della rifondazione comunista, Sinistra italiana, Sinistra civica ecologista, Europa verde, Potere al popolo, Unione popolare e Il sole per tutt*. "Un gesto irresponsabile – tuonano –. Un atto politico che interrompe bruscamente qualsiasi tipo di dialogo, anche tra diversi livelli istituzionali. Riteniamo insostenibile un approccio che nega l’umanità delle persone migranti. Don Biancalani interviene per assenza di altre risposte pubbliche – concludono –, dunque confidiamo che venga ritirata l’ordinanza e si individui una soluzione che aiuti chi ha la sola colpa di praticare accoglienza e solidarietà". Si fa sentire anche l’organizzazione di volontariato "Art.32 Ambulatorio Solidale", che assicura prestazioni sanitarie gratuite a tutti gli indigenti da oltre tre anni: "Ci siamo impegnati fino dall’inizio della nostra attività in quella sede, dove è concentrato un elevato numero di migranti che necessitano di assitenza – affermano –. Crediamo che il provvedimento non risolverà i problemi sociali e sanitari delle persone interessate, sia degli ospiti della parrocchia, che dei residenti nel quartiere. Con l’ordinanza attuale non è infatti chiaro dove e come saranno ricollocati e, comunque, si rischierà di perdere contatti e di effettuare controlli sanitari, come abbiamo assicurato fino ad ora. Questo – chiudono – comprometterà i nostri tentativi di limitare al massimo i disagi ed i rischi per la popolazione e gli ospiti stessi".
D’altro canto sono altrettante le voci favorevoli, a partire da quella di CInzia Cerdini: "Sono soddisfatta – afferma la consigliere comunale leghista – così sarà chiaro chi ha fatto qualcosa per interrompere questa accoglienza indiscriminata e scellerata e chi invece ha elergito risorse per portarla avanti. Esseri umani accatastati su un matroneo senza la minima forma di igiene e di sicurezza, immondizia ed escrementi, all’interno di una chiesa: è profanazione di luogo sacro". Sulla stessa lunghezza la sezione pistoiese di Forza Italia: "L’accoglienza senza regole e, soprattutto, senza strutture e servizi adeguati non è più tale – affermano – ma diventa protagonismo dannoso, prima di tutto per i poveri immigrati. Di fatto si è creata una bomba nel quartiere di Vicofaro, ridotto ad un ghetto pieno di rifiuti". "Auspico che in tempi rapidi la Curia pistoiese individui uno o più dei diversi immobili di sua proprietà – aggiunge la consigliera Emanuela Checcucci –, in modo tale da poter alloggiare i ragazzi di don Biancalani dando così a lui la possibilità di proseguire il suo progetto di accoglienza".
albe