Omissione di soccorso Due nipoti a processo

Non avrebbero segnalato ai servizi sociali le condizioni dell’anziana parente e del figlio, affetto da sindrome di down

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Per quasi venti anni aveva vissuto esiliato dal mondo, nella casa colonica alla prima periferia di Pistoia che condivideva con la madre, unica custode di quella solitudine che aveva finito per avvolgere entrambi. Aveva vissuto così, in uno stato di progressivo abbandono psichico e fisico, in condizioni igieniche di totale degrado. Un uomo, all’epoca, di 44 anni (di cui non forniamo il nome a sua tutela), affetto dalla sindrome di Down, che aveva vissuto metà della sua vita senza avere contatti con l’esterno. A trovarlo sono stati gli assistenti sociali inviati dopo la segnalazione di alcuni nipoti della madre al giudice tutelare, dottor Giuseppe Ciccarelli che, nel 2018, aveva nominato come amministratore di sostegno l’avvocato Ilaria Vettori. Nessuno prima di allora sembrava essersi accorto di loro. Eppure qualcuno sapeva. Il medico di famiglia, nelle sue visite domiciliari, un amico tuttofare che si occupava di pagare le bollette per conto della famiglia, e due nipoti, che però frequentavano di rado quella casa.

Dopo quella denuncia, madre e figlio sono stati accolti nella struttura socio sanitaria della Turati a Gavinana e hanno recuperato la dignità di un’esistenza fatta di cure e anche di socialità. Dal caso è scaturita un’indagine, diretta dal sostituto procuratore Luigi Boccia, ed è in corso il processo che ora vede imputati, due nipoti dell’anziana madre dell’uomo, e il coniuge di uno di loro, difesi dall’avvocato Fausto Malucchi, accusati di omissione di soccorso, ‘per non aver informato i servizi socio sanitari, pur consapevoli delle gravi condizioni in cui versava l’uomo e della incapacità dell’anziana madre di assisterlo autonomamente’. Mentre il medico di famiglia e l’amico tuttofare, che si occupava delle questioni economiche di madre e figlio, hanno richiesto e ottenuto tramite i loro legali l’estinzione del reato: il giudice per le udienze preliminari Patrizia Martucci ha disposto per entrambi, a dicembre del 2021, un periodo di messa alla prova.

Nell’ultima udienza, davanti al giudice monocratico Alessandro Buzzegoli, è stata ascoltata l’avvocato Ilaria Vettori, in qualità di amministratore di sostegno di madre e figlio, che ha ripercorso le tappe di questa triste vicenda, mentre l’avvocato Michele Capecchi assiste madre e figlio, parti civili nel processo. Gli imputati, invece, si sono difesi sostenendo che non si sarebbero accorti delle reali condizioni in cui madre e figlio avevano vissuto per anni, dal momento che le visite sarebbero state limitate dalla stessa volontà della madre, che li avrebbe tenuti quasi sempre sulla porta d’ingresso, senza mai permettere loro di salire al piano superiore dove viveva il figlio disabile. Il processo riprenderà il 9 febbraio.

M.V.