SAVERIO MELEGARI
Cronaca

Omep, pronti per il concordato: sono 80 i dipendenti da tutelare

Ecco il passaggio fondamentale per la procedura in continuità delle Officine meccaniche Pierallini che rappresenta una delle aziende più importanti dell’indotto Hitachi Rail Sts: le prossime mosse

Lavoro in industria

Pistoia, 28 settembre 2023 – Si è consumato in questi giorni, attraverso le risposte fornite al Tribunale di Pistoia, un passaggio fondamentale nella procedura di concordato in continuità che vede protagonista, suo malgrado, la O.me.p. ovvero Officine meccaniche Pierallini, una delle aziende metalmeccaniche più importanti della città, alle prese con una crisi industriale che va avanti da qualche anno.

Dopo la presentazione del piano lo scorso 13 marzo e l’ok da parte dei giudici del 17 maggio, in questi giorni sono scaduti i termini di voto da parte dei creditori per la sua approvazione: secondo quanto trapela dalle parti interessate, la maggioranza degli stessi ha optato per il "sì" e, quindi, adesso la procedura può andare avanti, anche se sulla partenza effettiva della stessa c’è da fare i conti con i tempi tecnici richiesti dalla giustizia.

Un percorso, quello del concordato in continuità, resosi necessario per far fronte alla crisi e mettere al riparo, prima di tutto, i circa 80 dipendenti e garantire loro i salari e tutti i diritti che vantano. O.me.p., che ha la propria sede in via Zanzotto nella zona industriale di Sant’Agostino, unitamente ad altri immobili fra Pistoia e Serravalle, è nata nel 1950 e si è sempre occupata di metalmeccanica, con specializzazione in carpenteria metallica per veicoli ferroviari.

Si tratta di una delle principali aziende dell’indotto Hitachi Rail Sts, ma ha commesse e lavori anche per altre compagnie. Per quanto riguarda il concordato in quanto tale, bisogna ricordare che essendo in continuità bisognerà provvedere al pagamento del 100% di quelli privilegiati (fra di essi, appunto, i dipendenti) e al 40% per i chirografari. Un piano generale che ha una durata triennale, fino al 31 dicembre 2026, la cui proposta parla della gestione aziendale esercitata in continuità, della dismissione di tutto il patrimonio immobiliare che si aggira intorno agli 11 milioni e mezzo di euro e di quello mobiliare per un attivo concordatario di 17.300.600 euro.

L’elenco dei creditori, come spesso succede in casi del genere, è particolarmente lungo e si compone di più voci, dai dipendenti, alle banche fino all’erario (la parte più cospicua) a fronte di un passivo certificato, al 9 gennaio scorso, di 19 milioni e mezzo di euro generando un fabbisogno concordatario di 16.880.014 euro. Ricordiamo che, in questa vicenda, grande attenzione la stanno ponendo i sindacati per difendere i diritti dei lavoratori, così come fra i beni immobiliari è opportuno ricordare che ci sono anche le ex officine Martinelli di via Gonfiantini, uno dei grandi vuoti urbanistici della città, che sono tuttora di proprietà di una società immobiliare che fa capo alla stessa O.me.p.

S.M.