REDAZIONE PISTOIA

Futuro nebuloso per la Omep Procedura di concordato al via

Il colosso metalmeccanico cittadino chiamato a far fronte alla crisi: passivo da oltre 19 milioni di euro. I creditori devono esprimersi sul piano per la prosecuzione in continuità. In ballo circa 80 dipendenti.

Uno dei colossi della metalmeccanica cittadina non naviga in buone acque dal punto di vista economico: sul suo futuro ne sapremo qualcosa in più nei prossimi giorni. Stiamo parlando della O.me.p. (Officine Meccaniche Pierallini) che, nel maggio scorso, ha visto aprirsi presso il Tribunale di Pistoia (il piano, invece, è stato presentato la prima volta a marzo) la procedura di concordato in continuità per far fronte alla crisi che l’ha colpita negli ultimi anni e mettere al riparo, prima di tutto, i circa 80 dipendenti che si trovano all’interno dell’azienda e garantire loro i salari e tutti i diritti che vantano. Omep, che ha la propria sede in via Zanzotto a Sant’Agostino unitamente ad altri immobili fra Pistoia e Serravalle, è nata nel 1950 e si è sempre occupata di metalmeccanica, con specializzazione nella carpenteria metallica per veicoli ferroviari. Si tratta di una delle principali aziende dell’indotto Hitachi Rail Sts ed ha commesse anche per altre compagnie.

Ma per quale motivo i prossimi giorni saranno decisivi per il futuro? Secondo quanto riportato nella relazione dell’operazione di concordato, da martedì – e fino al prossimo 22 settembre – ci saranno le operazioni di voto da parte dei creditori per approvare o meno il piano. Ad ora è già stato riscontrato l’assenso a procedere da parte del giudice del tribunale e le parti sembrerebbero abbastanza convinte di riuscire ad avere l’ok di tutti gli attori protagonisti, in modo da poter andare avanti con la procedura. Essendo in continuità, comunque, c’è il pagamento al 100% di quelli privilegiati (fra di essi, appunto, i dipendenti) ed al 40% dei chirografari. Nel contenuto essenziale della proposta si fa riferimento al piano che si genera per il periodo 2023-2026, composto dalla gestione aziendale esercitata in continuità, dalla dismissione di tutto il patrimonio immobiliare che si aggira intorno agli 11 milioni e mezzo di euro e di quello mobiliare. L’elenco dei creditori è particolarmente lungo e si compone di più voci, dai dipendenti, alle banche fino all’erario (la parte più cospicua) a fronte di un passivo certificato, al 9 gennaio scorso, di 19 milioni e mezzo di euro andando a determinare, complessivamente, un fabbisogno concordatario di 16.880.014 euro.

La parte più cospicua, numeri alla mano, è sicuramente il patrimonio immobiliare messo a garanzia qualora, al 31 dicembre 2026, fosse necessario mettere in liquidazione l’azienda. Va ricordato che l’Omep, attraverso un’altra società, è proprietaria dell’ex officine Martinelli di via Gonfiantini, uno dei grandi vuoti urbanistici della città ed area di profondo degrado perché non riqualificata.

red.pt