È il momento della lucidità e della freddezza. Perché le traversie che sta affrontando l’Unione Sportiva Pistoiese non possono essere risolte con reazioni di pancia. L’amarezza, l’arrabbiatura, la delusione vanno lasciate ai tifosi: ne hanno diritto, per la passione che li anima e perché il proprio dovere, loro, lo hanno sempre fatto. Quelli che arriveranno non saranno giorni facili per i dirigenti arancioni e per il Comune, ormai costretti a gestire una situazione che avrebbero voluto evitare e che è dovuta a più fattori, compresa l’improvvisazione e il non ritenere valore prioritario il rispetto della parola data.
Vale per la proprietà, vale per il presidente, ma vale anche per chi era entrato nel progetto con l’obiettivo di rimpinguare le casse del club quel tanto che bastava a dare una base di tranquillità, ma che ha preferito altri salotti alle poltrone del Melani: legittimo, ma la programmazione estiva ha subito profondi mutamenti. Certo è che ci viene da sorridere se ripensiamo che, non più tardi della settimana scorsa, sono arrivati dalla presidenza messaggi dai toni non proprio pacati verso i nostri cronisti, ’colpevoli’ di non spegnere i riflettori sulle vicende societarie. Ognuno faccia il proprio mestiere.
Ecco, la redazione de La Nazione che ho l’onore di guidare da pochi giorni non smetterà mai di essere cane da guardia. Questo è il nostro compito: raccontare i fatti, dopo attente e scrupolose verifiche; chiedere spiegazioni, raccogliere segnalazioni, fare battaglie al fianco dei cittadini, raccontare anche storie belle, supportare chi ha bisogno, dialogando con la politica e stando al fianco degli imprenditori, che sono linfa vitale per Pistoia e la provincia. Puntiamo sul rapporto diretto, su un dialogo costante e leale. Il tutto con onestà intellettuale e con la professionalità che da sempre caratterizzano la redazione, che voi conoscete bene. Noi ci siamo, ma ognuno faccia il proprio mestiere.