
Un ciclista in strada (foto di repertorio)
Pistoia, 14 ottobre 2021 - Il processo contro l’odiatore social pistoiese dei ciclisti (la frase incriminata quella di "investire un ciclista per educarne 100") denunciato da Marco Cavorso, trevigiano ma che abita da anni a Vicchio di Mugello e dirigente dell’Accpi (Associazione corridori ciclisti professionisti italiani) quale referente per la sicurezza, va avanti al tribunale di Pistoia.
Nell’udienza di ieri mercoledì una novità. La Lega Ambiente tramite il suo legale avvocato Diego Aravini ha chiesto di costituirsi parte civile, decisione accolta con favore dal denunciante. "Sto attendendo di leggere le motivazioni addotte per questa richiesta – dice Cavorso – che ritengo una cosa veramente grande e importante. La causa sta assumendo una rilevanza nazionale come è giusto che sia. Le motivazioni sicuramente daranno qualche strumento in più di conoscenza, in attesa della prossima udienza in tribunale a Pistoia fissata a febbraio, quando ci sarà anche la testimonianza di due persone richiesta dal pubblico ministero".
Ricordiamo che Marco Cavorso è attivamente impegnato in una serie di iniziative sul tema della sicurezza per chi va in bici, dopo la tragica morte del figlio tredicenne Tommaso avvenuta nell’agosto 2010, investito da un furgone in fase di sorpasso, mentre si allenava in bicicletta (era esordiente nell’Aquila di Ponte a Ema) nei pressi di Rufina non lontano da casa. La sua denuncia lo ha sempre detto, è per dire basta alle aggressioni verbali che poi rischiano di tradursi in aggressioni fisiche. A Cavorso non interessano i risarcimenti e se ci saranno, andranno a progetti per la sicurezza dei ciclisti o all’ospedale Meyer.