"Non puoi più tornare indietro una volta libero": la storia degli Elfi

"Ritorno alle origini", il libro di Mario Cecchi, fondatore della comunità, racconta per la prima volta quarant’anni di vita

Andare dagli Elfi, non è tanto un viaggio nel bosco alla ricerca di qualcuno che vi abita, magari pensando che sia piccolo e blu. Quella era la percezione di molti una quarantina di anni fa, quando la comunità elfica mise radici in questo angolo della valle della Limentra. Di questo progetto di vita, Mario Cecchi, genovese, classe 1951, è sicuramente uno tra i pochi che fin d’allora ci ha creduto, tanto da scrivere un libro; "Ritorno alle origini" edito dall’associazione ‘9cento. Nel volume, che verrà presentato sabato 7 gennaio alle 17 alla biblioteca San Giorgio di Pistoia, Mario Cecchi che, per la prima volta dopo quarant’anni "esce allo scoperto" racconta, in prima persona e con dovizia di particolari, la straordinaria storia della comunità del Popolo degli Elfi. Il racconto dell’autore, è al tempo stesso tanto rigoroso quanto provocatorio: "Chi produce armi, droghe e sostanze inquinanti è pagato per danneggiare e avvelenare gli altri esseri umani, l’ambiente e anche se stesso", da questa evidenza Cecchi fa nascere molte domande. Che la società capitalista abbia dato assuefazione è sotto gli occhi di tutti ma, al tempo stesso, val la pena di ricordare che ‘il Dio neon’ con il suo rumore era già stato messo all’indice dagli anni ’60, a partire dalla profezia di quella Sound of Silence che riecheggia da ormai 60 anni.

Così, mentre Riccardo Bertoncelli traduceva le parole di condanna della beat generation, gli Elfi le mettevano in pratica nella vita quotidiana. Nelle 350 pagine di questo libro, la cui lettura è quasi obbligatoria, c’è questo e molto altro, il racconto del parto rapisce il lettore, senza negarsi a una solida base scientifica. Essere Elfi non è sinonimo di essere "ignoranti" anzi, parlando con loro, ci si confronta con persone che hanno portato a sintesi i concetti che la società fondata sul possesso, tende a espandere rumorosamente.

Lo descrive bene Mario Cecchi, in un passaggio del libro: "Non puoi più tornare indietro una volta libero, il tuo è uno stato dell’anima che non può più essere condizionato, non fa più parte di questa società. Tu, allora, provi la stessa gioia di volare, di fare un salto in un’altra dimensione: non appartieni più a questo mondo. La vita è fantastica solo se le permettiamo di esserlo. Non avrai più nemici e il mondo ti apparirà per quello che è. Ognuno, ogni popolo, ogni nazione, avrà il suo destino, ma tu con i tuoi pensieri, con le tue azioni, non alimenterai la guerra, l’ignoranza, la cupidigia. Pensando e agendo in maniera positiva, nutrirai la parte buona dell’umanità e con la tua autorealizzazione contribuirai all’evoluzione e alla guarigione del pianeta".

I primi anni sono stati duri, Cecchi lo racconta bene, la gente guardava questi ragazzi strani con sospetto, il fatto che ricostruissero case semidiroccate e poi vi abitassero, senza acqua corrente, senza elettricità, nè gas o riscaldamento, destava più di un sospetto. Oggi, possiamo vedere che hanno ricostruito un patrimonio edilizio, vivendo all’interno di queste case senza impatto sulla natura: l’acqua si trova, la corrente elettrica si produce con i pannelli, il riscaldamento si alimenta a legna e con le persone ci si parla guardandole negli occhi. Beh, quarant’anni dopo forse possiamo pensare che non abbiano tutti i torti. Alla presentazione del libro, ci saranno Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, il professor Pietro Clemente, Mario Cecchi e Riccardo Clemente. Andrea Nannini