La paura è che anche in questo modo si indeboliscano la memoria e il rispetto. E un possibile cambiamento della toponomastica ha scatenato la presa di posizione di associazioni, politica e, non per ultimi, dei familiari del partigiano. Teatro della vicenda il giardino di Candeglia intitolato a Pietro (Piero) Gherardini, partigiano medaglia di bronzo al valore militare. Da qualche tempo sono spuntati due cartelli di legno, con su scritto "Parco Candeglia". La targa del partigiano Gherardini invece è in stato di abbandono. E’ da tempo che l’Anpi e i familiari di Pietro ne chiedono il restauro al Comune. Per ora senza risposta. Era il 5 aprile 2008, quando l’allora sindaco e il presidente della circoscrizione 2 inaugurarono il giardino intitolato a Gherardini, partigiano a cui è intitolata anche la maggiore sezione Anpi della provincia, vicino alla Casa del Popolo di Candeglia. "Uno spazio di verde pubblico attrezzato e una piccola piazzetta, sarà d’ora in poi un luogo d’incontro per i cittadini che, frequentandolo, andranno con la memoria al ricordo del proprio concittadino, medaglia di bronzo al valor militare" si scrisse allora.
"A meno che l’Ufficio Toponomastica del Comune, all’insaputa dei residenti, del Cudir e dei discendenti di Pietro Gherardini, non abbia deliberato di sostituire il nome originario con quello generico di “Parco Candeglia“ – interroga Anpi –: perché questo è il nome che si è letto in una locandina appesa al cancello di ingresso al giardino, con cui il Comune ha invitato i cittadini alla cerimonia di inaugurazione di una panchina rossa per la giornata contro la violenza sulle donne". Anche il locale Circolo Arci e la Società Teodulo Mabellini si uniscono alla richiesta di continuare a onorare la memoria del loro compaesano: "Dobbiamo onore e rispetto a chi ha sacrificato la propria gioventù per la nostra libertà" scrivono. Pietro Galardini lavorò come manovale del Comune, rimase sempre residente in Candeglia, dove si impegnò nel volontariato sociale, dedicandosi in particolare alla realizzazione della Casa del Popolo di cui divenne presidente. Fu arrestato perché antifascista, fu partigiano e anche militare nella Folgorea. A farsi sentire sulla vicenda del giardino anche il consigliere comunale Pd, Paolo Tosi, che ha portato la vicenda in consiglio comunale.
Gabriele Acerboni