Pistoia, 11 settembre 2024 – La malattia non macchia il ricordo. In nessun modo. Perché Nick, lo dicono le testimonianze di chi a lui è stato vicino, il senso di vivere “nonostante tutto” - o forse proprio “grazie” a quel tutto – lo ha mantenuto lucido, incrollabile. E poi perché prima di ogni immagine di dolore, quella che tutti restituiscono di lui è una: Becattini e una chitarra in spalla. Da ragazzino, da uomo, da adulto.
“Ho conosciuto Nicola in età da liceo. Lo avevo sentito suonare. Fu tra i protagonisti di uno degli eventi musicali più importanti in città negli anni Ottanta, il concerto alla rotatoria di via Panconi – ricorda Fabrizio Berti -. Da lì un’amicizia fraterna e una frequentazione assidua con lui e coi suoi fratelli Paolo e Giovanni. La cosa bella era che nonostante i nostri caratteri spinosi trovavamo sempre una sintesi. Sono nate così esperienze importanti, le collaborazioni sui dischi, la riapertura del Centro di quartiere con l’associazione Il Caimano che dette vita a una stagione importante lunga tre anni. La musica era il collante, ma non c’era solo quello. C’erano il rispetto, le chiacchierate la notte durante Il Popolo del Blues in radio, i concerti insieme. Nicola è stato un apripista, ha fatto capire che con professionalità e sacrificio essere musicista blues è possibile. Rimpianti? Suoi, non credo. Di chi resta, le tante cose che avremmo potuto ancora fare”. Amicizia di lunga data anche quella con Maurizio Tempestini, che è stato al fianco di Nick nella stesura di “Catartico Blues”, assieme a Chiara Alibrandi. “La musica ci ha uniti che eravamo ragazzi – dice Tempestini -, così è nata l’amicizia. Nick non si è mai abbattuto o depresso, neanche dopo la diagnosi. Ha mantenuto una straordinaria capacità di progetto, ha fortemente voluto questo libro. Come ogni cosa, ha voluto arrivare in fondo. È stata un’esperienza bellissima accompagnarlo in questo cammino. Sveglio, ricettivo, capace di produrre storie nonostante le difficoltà della malattia. Un artista vero, attento e puntiglioso, di grande perspicacia”. “Viene a mancare oggi un amico e un grande artista, di caratura internazionale – dice con evidente commozione Giovanni Tafuro, per Bluesin -. Ci conosciamo da sempre, dai tempi di Chicago, 1987. Fino all’ultima volta, il 12 luglio, con l’omaggio sul palco del Blues. Ecco, il ricordo più bello lo colloco lì, riferito a quell’abbraccio, a quella foto fatta tutti insieme nel backstage”.
Anche il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi ha rivolto un pensiero a Nick: “All’ultimo Pistoia Blues ci siamo alzati tutti in piedi per te. Il nostro applauso, l’applauso di Pistoia, risuona anche adesso in piazza. Che la terra ti sia lieve”.
La camera ardente è allestita a Camaiore (dove viveva con la moglie Luisa, i figli Bambi e Marco) nella chiesina di Santa Teresa; benedizione della salma e funzione domani alle 12 a Camaiore; per poi celebrare l’ultimo saluto alle 16 nella chiesa di San Paolo a Pistoia.