
Si è conclusa con otto voti di sfiducia, sette invece di conferma e un’astensione (Nerozzi) la votazione sulla mozione che chiedeva le dimissioni del sindaco Luca Benesperi. Poiché la mozione di sfiducia deve essere votata dalla maggioranza assoluta dei componenti il consiglio (sedici votanti), ora la coalizione di centrodestra che dal 2019 governa Agliana ha una settimana di tempo per formare una nuova maggioranza nella quale potrebbe entrare il consigliere Alfredo Fabrizio Nerozzi di Agliana cambia (ora all’opposizione) se saranno accolte le condizioni che pone il suo gruppo. Altrimenti il sindaco dovrà rassegnare le dimissioni. La mozione era stata presentata dai nove consiglieri che sono all’opposizione: tre Pd-Agliana insieme, uno a testa Agliana cambia, M5s e Agliana in comune, più i tre di Agliana civica che dal 29 novembre hanno abbandonato la maggioranza portando così l’opposizione in maggioranza numerica.
Il consigliere M5s, Massimo Bartoli, ha presentato la mozione di sfiducia spiegando, a nome degli altri firmatari: "I recenti fatti politici impongono di chiarire se il sindaco Benesperi ha i numeri in consiglio comunale per governare nel pieno dei suoi poteri. O il sindaco ha la maggioranza per proseguire oppure serve ridare la parola ai cittadini in tempi brevi, per tornare ad avere una maggioranza piena capace di guidare la nostra comunità in questo complesso momento storico. Dopo il passaggio all’opposizione del gruppo Agliana civica non esiste più la maggioranza politica che ha vinto le elezioni amministrative del 2019. Il sindaco e la giunta, per ottenere l’approvazione degli atti amministrativi del consiglio comunale, devono pertanto di volta in volta avere il voto favorevole dei consiglieri dell’opposizione, limitando così l’autonomia decisionale dell’amministrazione". L’opposizione ha dichiarato di avere ricercato occasioni di confronto con l’amministrazione più volte, comprendendo anche il momento sanitario complesso degli ultimi anni, senza mai ottenere l’avvio di un percorso serio. Tra le motivazioni principali della mozione di sfiducia il fatto che il 2023 sarà decisivo per la chiusura e riconversione dell’inceneritore di Montale e che, per affrontare questo delicato tema, occorre un’amministrazione nella pienezza delle funzionalità del suo mandato. Tra le ragioni anche il ritiro della delega alla sicurezza sul lavoro al consigliere Silvio Buono di Agliana civica, senza affrontare il passaggio nella commissione preposta. Benesperi ha dichiarato che in oltre 1.300 giorni di governo la maggioranza "ha fatto di tutto per apportare miglioramenti alla comunità, nonostante i tempi difficili". Sulla proroga al 2024 della chiusura dell’inceneritore Benesperi ha detto: "Ne è stato discusso in commissione precedentemente alla presentazione della mozione di sfiducia. L’impianto può essere chiuso, ora è compito della Regione". Sulla revoca della delega a Buono, Benesperi ha spiegato: "Era stata conferita dal sottoscritto. L’ho revocata con discrezione e rendendomi disponibile al confronto, constatando che si stava sovrapponendo un ruolo tecnico a un ruolo politico". Ha poi elencato i progetti partiti nonostante la pandemia e l’aumento dei costi che hanno imposto di riprogrammare le opere pubbliche. Nel lungo elenco le nuove assunzioni, i finanziamenti del Pnrr e della Regione, la compartecipazione alla sicurezza idraulica, la posizione forte con il No alla Multiutility. "Possiamo anche avere sbagliato – ha detto il sindaco – ma l’arrivo del commissario potrebbe avere un impatto sul territorio, le opere legate al Pnrr potrebbero andare avanti ma subire ritardi. I cittadini potrebbero non capire un salto nel buio. La mozione di sfiducia può essere positiva. Sono disponibile ad ampliare il programma di governo e il dialogo". Silvio Buono, nel motivare la sfiducia ha dichiarato: "Nei trenta giorni dalla presentazione della mozione nessun partito di maggioranza ci ha contattati. Tante mozioni sono state approvate ma non attuate". Per Massimo Vannuccini (Pd-Agliana insieme) e Alberto Guarcini (Agliana in comune: "Prima torniamo a votare, prima risolviamo questa situazione ambigua. Da quasi un anno questa maggioranza è labile e frantumata".
Piera Salvi