Motta riparte dai club: "Atmosfera magica"

Grande appuntamento questa sera all’H2no. L’entusiasmo del celebre cantautore si accende con l’affetto del pubblico live

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di Alessandro Benigni

Allacciatevi le cinture, le turbolenze a tinte rock di Motta stanno per tornare. Il cantautore e polistrumentista toscano, classe 1986, è infatti in tour nei principali club d’Italia con il set in full band - con lui ci sono Cesare Petulicchio (batteria), Giorgio Maria Condemi (chitarre), Carmine Iuvone (violoncello), Matteo Scannicchio (tastiereelettronica) e Francesco Chimenti (bassovioloncello) - e adesso si appresta a toccare luoghi a lui molto cari: dopo il tutto esaurito al Cage a Livorno, stasera sarà la volta dell’H2no a Pistoia (ultimi biglietti disponibili in cassa) e il 29 aprile quella del Viper a Firenze. Una serie di concerti molto attesi da pubblico e critica, per presentare il suo percorso solista - iniziato nel 2016 con l’acclamato album d’esordio "La fine dei vent’anni" (Targa Tenco come miglior opera prima) e proseguito nel 2018 con "Vivere o morire" (Targa Tenco come miglior disco in assoluto) e nel 2021 con "Semplice" - in quei locali che rappresentano, per lui, quasi un ritorno a casa.

Francesco Motta, parafrasando il suo primo capolavoro, possiamo parlare di questo tour come "la fine dei due anni"?

"Già in estate eravamo tornati a suonare dal vivo, con alcune restrizioni comprensibili e altre meno: ce l’abbiamo messa tutta, ma non era la stessa cosa. Adesso invece c’è la sensazione viva di una comunità che si sta ritrovando, che si stringe, che balla, che canta. Francamente è davvero bellissimo".

Va letta in questo senso la scelta di tornare nei club?

"La mia vita è lì, tutto è iniziato da lì. E poi ci era tornata voglia di fare quelle cose che facevamo anni fa. Il live è una parte fondamentale della mia concezione musicale, riesco a portare delle cose che non sono mai riuscito a mettere nei dischi. Suonare, soprattutto in certi ambienti ai quali sono legato, ha un fascino privo di controindicazioni".

Come sta andando?

"Alla grande. Tra noi c’è un’energia che mancava da un po’ di tempo, suoniamo insieme veramente. E la risposta che ci arriva dai club è tangibile: c’è un’atmosfera incredibile. ‘La fine dei vent’anni’ è un disco importante per me, ma lo è ancora di più poter suonare quelle cose dal vivo".

Quindi dobbiamo aspettarci un live alla vecchia maniera?

"Ma con due dischi in più. Code psichedeliche, nuovi arrangiamenti, distorsioni: vogliamo cercare situazioni di vertigine e fare in modo che ogni serata sia per certi versi unica".

E per il futuro?

"Faremo qualche concerto, ma sono concentrato sul nuovo disco. C’è una bella energia, mi sto muovendo su nuove direzioni. Fortunatamente posso ancora permettermi di fare quello che mi pare".