Minacce di morte a don Biancalani

Il parroco ha ricevuto un inquietante messaggio sulla posta elettronica. Immediata la denuncia alla procura

Parole irripetibili che contengono una minaccia chiara di morte e anche questa gravissima: "Mi stupisco che finora nessuno ti abbia aperto la gola". E’ la stessa vittima, don Massimo Biancalani, a rendere noto quanto è accaduto domenica pomeriggio, 15 gennaio, quando ha ricevuto il messaggio che lo ha raggiunto al suo indirizzo personale di posta elettronica. Il mittente chiaramente farlocco, e la firma, semplicemente: “un italiano vero“. Nel mirino l’attività di accoglienza che don Massimo ha intrapreso da anni nella chiesa di Santa Mario Maggiore, a Vicofaro, e nei locali della parrocchia dove trovano rifugio molti giovani migranti.

"I miei tre profili Facebook, due personali e una pagina – ci ha detto ieri don Biancalani – sono da sempre bersagliati contro l’attività di accoglienza che viene svolta a Vicofaro. Ci sono abituato, ma da tempo non ricevevo una minaccia così grave, con parole così pesanti".

Don Massimo non esclude che il messaggio possa essere la conseguenza del recente appello che lui ha fatto, sui social e anche sulle nostre pagine, per aiutare Lamin, un giovane originario del Gambia che, come ha raccontato il parroco, era stato un prezioso sostegno in parrocchia e a cui era stato revocato il permesso di soggiorno dopo una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale. Lamin era stato quindi accompagnato dalle autorità al Centro di permanenza per il rimpatrio di Potenza dal quale doveva partire proprio domenica 15 gennaio per rientrare in Africa. In ogni caso, don Biancalani ha dato subito mandato ai suoi legali per procedere con una denuncia, per il momento contro ignoti, contro l’autore delle pesantissime offese e delle minacce.

L’avvocato Fausto Malucchi di Pistoia, che assiste don Massimo insieme all’avvocato Elena Baldi in tutte le vicende che sono scaturite dall’attività di accoglienza, ieri sera aveva già steso il testo da presentare alla procura della Repubblica, probabilmente già oggi.

"Queste cose – ci ha detto ieri l’avvocato Malucchi – sono insopportabili anche se avvengono, come spero, a distanza, ma poichè le minacce e le offese provengono da un indirizzo di posta elettronica non sarà difficile, per la polizia postale, risalire all’autore. S’è perso il senno – osserva il penalista – non ci si rende più conto che tante cose non si devono e non si possono fare, e comunque danno spazio a chi è pericoloso".

l.a.