
Le imprenditrici agricole della Coldiretti il giorno dell’incontro a Montemagno, dove raccontarono le loro difficoltà
È passato poco più di un anno da quando le Donne di Coldiretti organizzarono a Montemagno un incontro che ebbe come protagoniste le storie di imprenditrici agricole alle prese con le conseguenze dell’eccesso di fauna selvatica, dagli ungulati ai predatori come i lupi, ormai presenza costante. "Storie di notti insonni a presidio delle stalle – scrive Coldiretti –, di agnellini sventrati e di tanti sacrifici, anche economici, a tutela della continuità aziendale. Tante donne protagoniste e sala affollata – ricorda Michela Nieri, responsabile di Coldiretti Donne Toscana e Pistoia –. Fu una presa di coscienza collettiva di come i lupi e gli altri selvatici, condizionavano, e condizionano, la nostra attività ma anche la vita di tutti i cittadini. Fu una delle tante iniziative condotte da Coldiretti in tutta la Toscana e in Italia, perché avvenisse una svolta nella gestione dei lupi. Attività che ha portato il Parlamento europeo a un’importante novità. Un primo passo verso un riequilibrio della biodiversità: c’è il via libera infatti al depotenziamento del livello di protezione dei lupi, una decisione razionale in più per sperare di salvare i pastori dall’estinzione".
"Il declassamento dello status di protezione del lupo è una decisione coerente – spiega Letizia Cesani, presidente di Coldiretti Toscana – oltre che razionale, da parte delle istituzioni europee e nazionali che richiedono a una precisa richiesta di aiuto da parte degli allevatori sopraffatti dalle predazioni e di tutta la filiera lattiero-casearia che è un motore importante del nostro agroalimentare e del turismo. Quella del mondo agricolo non è mai stata una guerra contro il lupo e non lo sarà mai, nemmeno oggi. Abbiamo assistito inermi in questi anni alla scomparsa di centinaia di stalle in molte zone rurali insieme alla sparizione di 65 mila capi solo nell’ultimo decennio". Secondo le ultime stime – fa sapere l’associazione – sono oltre 20 mila gli esemplari nell’Unione Europea, un numero impensabile trent’anni fa. La popolazione è cresciuta anche in Italia: negli anni ‘90 si contavano circa 500 esemplari, l’ultimo censimento dell’Ispra ne ha rilevati circa 3.300, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola".
D.G.