REDAZIONE PISTOIA

"Medici, in pochi anni avremo solo sostituti"

Il dottor Sandro Andreotti è referente dell’Aft montagna: "Impossibile garantire il turnover. Case della Salute soluzione impraticabile"

"Siamo dieci medici a coprire una superficie che è più della metà del territorio provinciale, ma nella quale vivono solo 12mila abitanti. Si capisce bene che quella della montagna pistoiese è una questione di peso elettorale, evidentemente scarso". Parla chiaramente il dottor Sandro Andreotti, 63 anni, medico di famiglia dal 1989, e referente dell’Aft montano (aggregazione funzionale territoriale) dei medici di medicina generale.

Dottore, come si risolve il problema della carenza dei medici nelle zone montane?

"Non si risolve, ovvero, si potrebbe risolvere solo se si offrissero ai giovani medici incentivi economici adeguati. Nessuno, altrimenti, sceglie volontariamente questi territori, a meno che non sia nato qui o sia legato da vincoli famigliari o di affetto. La situazione è andata sempre peggiorando e tra dieci anni, penso che il turnover non potrà più essere garantito".

Per quale motivo?

"Gli attuali medici in servizio andranno tutti in pensione e non verranno sostituiti, cioè non con medici che prenderanno la titolarità. Basti pensare che per sostituire il medico di Abetone Cutigliano ci sono voluti due anni: il dottor Lorenzo Fucini prenderà servizio il 15 giugno. Ogni medico ha un territorio vastissimo su cui si sposta, da ambulatorio ad ambulatorio, con notevoli difficoltà logistiche. L’Aft è così organizzato: 2 medici per Abetone Cutigliano, 5 medici (4 titolari più un sostituto) su San Marcello Piteglio, uno su Sambuca e 2 su Marliana".

Secondo lei è solo una questione di incentivi economici?

"Non solo, certo quelli servirebbero a coprire le spese per gli spostamenti e, diciamo, a non andare a rimessa. Ma c’è anche il problema della popolazione: ogni medico ha pochi assistiti".

Durante la manifestazione per la mancata sostituzione dell’ambulatorio pediatrico a San Marcello, babbi e mamme hanno spiegato che il calo demografico è conseguenza del taglio dei servizi, non viceversa.

"E’ un cane che si morde la coda. La montagna è andata spopolandosi negli anni. E così la medicina. All’ospedale Pacini sono cresciuti fior fiore di medici, ma alla fine sono andati tutti via. Io vivo a Prataccio, la domenica non ci sono collegamenti per Pistoia. Ci vorrebbero strade e servizi, ma tutti i servizi sono anti economici: a partire dagli uffici postali, i tagli sono avvenuti di conseguenza".

Che cosa risponde a quei genitori che dicono di non poter portare il figlio febbricitante da San Marcello al pronto soccorso di Pistoia, solo perché manca il pediatra?

"Non ho risposte in effetti. Certo, per i casi urgenti, il medico di famiglia può visitare anche un bambino, ma i bilanci di crescita, la nutrizione, e tanto altro sono competenza del pediatra, che ha un’altra formazione".

Qualche collega indica come soluzione la medicina di gruppo nelle Case della Salute. Che cosa ne pensa?

"Penso che sarebbe bellissimo, ma in montagna non si può chiedere ai pazienti (pure anziani) di spostarsi con la macchina da un paese e l’altro, magari d’inverno: ci vogliono piccoli ambulatori dislocati. Io seguo 10 ambulatori diversi. Le faccio un esempio, c’è stata una frana tra Crespole e Calamecca che ha bloccato la strada: per giorni non mi hanno fatto passare e Lanciolle e Crespole sono rimaste senza medico".

Martina Vacca