
La storia di Felice, bersagliere, l’incidente e la lunga degenza. "Siamo grati"
Si parla spesso di malasanità e di episodi di violenza e aggressione a danno dei medici e del personale sanitario. Ma ci sono anche storie di gratitudine che testimoniano la passione e l’amore con i quali molti professionisti della sanità svolgono quotidianamente il proprio lavoro. La triste vicenda della famiglia Allegra di Marliana testimonia proprio il rapporto di fiducia e di affetto che può venire a nascere, in alcuni casi, con l’assistenza e la cura dei malati terminali. Felice Allegra si è spento il 14 agosto scorso nell’hospice di Spicchio La Limonaia. Era nato a Nicosia (Enna) il 22 febbraio 1968.
"E’ morto a 56 anni - racconta il fratello Venerino - ma da 20 era in completo stato vegetativo. Aveva avuto un terribile incidente in macchina il 19 dicembre 2004. Era un giovane e promettente bersagliere. Dopo 10 anni di inutili e disperate cure in centri come Terranovava Bracciolini, Versilia e Turati di Gavinana, io e mia moglie Maria Pia abbiamo deciso di portarlo a casa nostra. Era il 2014. Lui non ha più riacquistato coscienza. Non finirò mai di ringraziare ed elogiare la mia consorte per la sua generosità e il suo spirito di sacrificio".
Insomma, 5 lustri in un letto. Immobile e senza alcun contatto con la realtà."Lo abbiamo accudito fino all’ultimo respiro - racconta il fratello - grazie al sostegno e alla competenza di tutto il personale sanitario sia di Pescia che di Pistoia. L’elenco è lunghissimo. Vorrei complimentarmi per il servizio "Pass" dell’ospedale San Jacopo. Un aiuto per le famiglie come la nostra, con una organizzazione eccellente. Un supporto prezioso lo abbiamo avuto anche dal tribunale di Pistoia. Un grazie va a tutte le infermiere del territorio. Avere certi ausili a domicilio è prezioso. Fantastiche anche la farmacia territoriale di Pieve a Nievole e la farmacia Burrini di Marliana". Un elenco lunghissimo quello di Allegra, che comprende decine di nomi.
"Una parola speciale la merita l’hospice. Dopo 10 anni, Felice ha smesso di soffrire e ha raggiunto nostra madre. Io e Maria Pia abbiamo fatto del nostro meglio e non ci siamo mai sentiti soli".
Giovanna La Porta