Caro energia, gli impianti sciistici soffrono per le maxi-bollette

L’allarme dalla Montagna per la nuova stagione. Danti (Saf): "L’elettricità rischia di costarci 300mila euro al mese invece di 64mila"

Pistoia, 31 agosto 2022 - I rincari in bolletta pesano anche sull’economia della Montagna e sulla gestione degli impianti. "Possiamo vincere le battaglie che ci è dato combattere – esordisce Rolando Galli, presidente della Società Abetone Funivie –. Ad esempio, se manca la neve possiamo ’fabbricarla’, se mancano gli sciatori perché i rincari dell’energia, del carburante e del riscaldamento han prosciugato la busta paga, possiamo offrire loro promozioni e cercare di contenere i costi... però con questa situazione le entrate vengono prosciugate anche a noi. Come sono manutenute le piste lo sanno bene i nostri clienti, abituati a trovarle sempre al meglio. Certo è che di fronte all’enorme aumento dei costi di energia e carburante qualche soluzione vada trovata. La Saf è sana, grazie alla gestione oculata di questi anni, cerchiamo di mantenerla tale. Siamo tutti sottoposti a questa, per certi versi inspiegabile, situazione di mercato, credo sia necessario che anche la politica, oltre a occuparsi di campagne elettorali, metta l’occhio sui problemi delle aziende: gli impianti generano indotto, ad esempio per alberghi e ristoranti, che a loro volta generano indotto ai fornitori, e via elencando. Se non c’è lavoro il problema è quello della tenuta dell’intero territorio. La crisi energetica con i costi che ha prodotto, siano reali o speculativi, rischia di far saltare l’equilibrio dell’intero comprensorio".

A Giampiero Danti, che della Saf è il direttore, viene naturale affrontare il problema sul terreno dei numeri: "Ci sono cinque battipista che lavorano almeno quattro ore al giorno ciascuno, consumando mille litri di gasolio ogni giorno. Stimando un aumento rispetto al 2021 di almeno 50 centesimi al litro, ogni mese se ne vanno altri 15mila euro, circa cinquecento euro in più al giorno, la corrente elettrica incideva per 64mila euro al mese, comprendenti i quattro rifugi, Ovovia, Pulicchio e skilift, se Enel non ci conferma le condizioni del contratto che scade adesso, andremo a pagarne 300mila euro al mese. Beh, la situazione più di qualche preoccupazioni la induce. Credo che avremo un quadro più chiaro dopo le elezioni, sperando che il nuovo Governo prenda provvedimenti a tutela delle realtà imprenditoriali che rischiano ripercussioni non gestibili. Finora la Regione Toscana una certa presenza l’ha garantita, ora c’è bisogno di qualcosa di più. Fino a dopo il 25 settembre penso sia inutile aspettarsi provvedimenti decisivi. La stagione invernale si avvicina, bisogna che tutti i soggetti si attivino per tempo".

L’analisi di Andrea Formento, dalla Val di Luce, non si discosta da quella dei colleghi dell’Abetone. "La situazione rischia di degenerare: chi andrà a governare deve intervenire in modo strutturale e serio – dice –. Per quanto riguarda i possibili interventi per calmierare gli aumenti, dobbiamo rilevare che non è possibile continuare ad intervenire senza prendere in considerazione le esigenze dell’economia montana. Se non verrà attuata una forma di controllo specifica dei costi di energia elettrica, gas e carburanti, la prima ad essere a rischio è la tenuta sociale del territorio montano. Le problematiche degli aumenti tariffari colpiscono l’intera filiera economica ma anche quella sociale della Montagna. A partire dagli impianti di risalita per passare alle attività economiche classiche per arrivare alla popolazione montana: qui riscaldarsi non è una scelta ma una necessità. Ci pare che manchi consapevolezza delle difficoltà di chi vive sulla montagna ed in particolare su quella appenninica: non siamo cittadini di serie B".