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Marie Curie, Nobel per la chimica

La città termale è stata importante tappa della famosa scienziata tedesca all’inizio del Nocecento

Montecatini Terme è conosciuta per le sue acque termali formidabili. Ma sapete chi ha analizzato le nostre amate acque? Per scoprirlo dobbiamo fare un viaggio nel lontano 1918, in un’Italia giovane, dove a breve finirà la Grande Guerra e dove passò una donna vestita di poveri abiti neri, ma tutt’altro che povera nell’intelletto, la celebre Marie Curie. Per chi non la conoscesse, Marie Curie è stata una delle più brillanti menti della chimica moderna. La sua, però, non è certo stata una vita facile. Nata nel 1867 a Varsavia, nella Polonia zarista dove le ragazze non avevano diritto allo studio, Marie Salomea Sklodowska, questo il suo nome da ragazza, grazie ai genitori entrambi maestri riesce a studiare e ad entrare in contatto con il mondo scientifico. Saranno le morti premature della sorella e della madre a portarla alla decisione di abbracciare la ricerca. Riesce a trasferirsi in Francia, assumendo il nome di Marie, studia alla Sorbona. Con la laurea in fisica e poi in matematica, le viene affidata una ricerca sulle proprietà magnetiche dell’acciaio. Tali esperimenti la porteranno a conoscere il professore di fisica Pierre Curie, con il quale nel 1895 si sposa, assumendo il suo cognome. L’affiatata coppia porta avanti studi e scoperte appassionanti, come quella degli elementi del Radio e del Polonio (chiamato così in onore della terra natia) e della radioattività. I coniugi si accorgono che l’uranio, radioattivo, emette raggi che impressionano lastre fotografiche anche senza luce solare. Questa scoperta li porta a vincere, nel 1903, il premio Nobel per la fisica, nonostante il rifiuto della giuria di premiare una donna.

Poco dopo, purtroppo, Pierre muore in un incidente e Marie eredita il suo posto di insegnante. Anche se distrutta, proseguirà i suoi studi vincendo nel 1911 il secondo Nobel, per la chimica, nonostante un clamoroso scandalo inscenato dall’accademia delle scienze francesi che teneva a screditarla perché donna. Con lo scoppio della prima guerra mondiale Marie interviene, portando nei campi di battaglia le prime ambulanze, le "Petit Curie", oltre all’utilizzo dei raggi X. Verranno così salvate migliaia di vite. Dalla sua autobiografia, emerge una donna energica e seria, modesta, intraprendente, convinta del valore femminile. Amante della scienza, Marie muore nel 1934 di leucemia causata dalle radiazioni. "Nella vita niente deve essere temuto, ma solo capito. È tempo di capire di più, in modo da temere di meno". Ancora oggi alle terme Tettuccio si ricorda la sua figura aggirarsi tra le fontane, con una targa commemorativa.