Manetti, Legambiente: "Olmi sommersa dalle acque basse di origine piovana"

L'alluvione che ha interessato Olmi è stata causata dalle acque basse di origine piovana accumulate nei campi e nei fossi minori. Per evitare il ripetersi di questo fenomeno, sono necessari interventi come casse d'espansione e riunire le fosse in un'unica fossa.

Diversamente dal centro di Quarrata e da Catena, l’origine dell’alluvione che "a scoppio ritardato" ha interessato Olmi non è dipesa tanto dalle rotture degli argini di Fermulla e Stella, quanto dalle acque basse di origine piovana che si sono accumulate scendendo attraverso i campi ed i fossi minori.

"Infatti a Olmi il livello ha cominciato a salire nel primo pomeriggio di venerdì – spiega Daniele Manetti, presidente di Legambiente Quarrata e da sempre attento alle problematiche del reticolo idrico – e ha cominciato a defluire gradualmente solo dopo che la Regione Toscana, su richiesta esplicita dei volontari di Legambiente Quarrata, ha fatto mettere in funzione una grossa idrovora la sera stessa di venerdì". Una situazione ricorrente, quella degli allagamenti della frazione di Olmi, che l’intensa pioggia del 2 novembre ha amplificato. "Le nostre sono alluvioni croniche, la gente ha l’acqua in casa ogni qualvolta ci sono piogge un po’ più abbondanti. Per evitarle innanzitutto occorrerebbe fare le casse d’espansione sul reticolo minore, una in via Bassa di San Sebastiano e l’altra in località Barba – suggerisce Manetti – inoltre in destra idraulica deve essere rimesso a posto il reticolo dei fossi minori. Un altro intervento per mitigare questo fenomeno delle continue invasioni di acqua a Olmi dovrebbe essere quello di riunire le fosse di via Galigana e via del Casone in un’unica fossa che poi con un canale porti l’acqua alla posizione dove ci sono le idrovore che mettono all’asciutto Vignole e Caserana. L’acqua a quel punto andrebbe nel Quadrelli o eventualmente nella cassa d’espansione della Querciola".

D. G.