Pistoia, "Io nella tempesta, travolto da una lamiera"

Il 59enne Bardi stava lavorando in un campo a Quarrata quando il vento gli ha scaraventato addosso il portone del capanno

Pistoia, 21 agosto 2022 - "Me lo rivedo ancora davanti agli occhi: un gran fruscio accompagnato da un ammasso nuvoloso nero che rotolava giù dal crinale del Montalbano. E poi tutto è andato per il peggio". Inizia così il racconto di Riccardo Bardi, 59enne operaio tessile in un’azienda pratese, che giovedì scorso si trovava nel suo podere sulle colline del Montalbano, nel comune di Quarrata. Un grande appezzamento di terra ereditato dal padre dove Riccardo cura le sue piante con passione ed entusiasmo durante tutto l’anno. È lì che la tempesta lo ha sorpreso. "Sono un grande appassionato di meteorologia e sapevo che quel giovedì erano previsti temporali anche forti. Le previsioni, però, davano la fase più instabile al pomeriggio, sicché in mattinata avevo pensato di fare un po’ di lavori nei campi – racconta dal letto di ospedale San Jacopo dove si trova ricoverato – . Ho sentito dei tuoni, ho capito che il temporale si stava avvicinando molto in anticipo rispetto ai tempi previsti. Ho cercato riparo in un capanno in lamiera che uso come rimessa. Pensavo di essermi ‘salvato’, ma mi sbagliavo".

Il capanno in questione ha, solitamente, il portone aperto per agevolare il frequente passaggio nei giorni di lavoro. Lo stesso portone in lamiera, poi, è assicurato ad un palo robusto, così da evitare chiusure accidentali; proprio quel portone apparentemente innocuo costituirà una micidiale leva per un bruttissimo incidente. Una volta arrivata la tempesta, infatti, il signor Riccardo ha tentato di chiudere il portone per evitare che l’intera capanna venisse devastata dal vento, visto che l’apertura era a favore di vento. È stata lì che la furia delle correnti del "downburst" – un fenomeno meteorologico traducibile in italiano con "raffiche lineari", vale a dire una colonna d’aria in discesa molto rapida dalla nube temporalesca che incontra la superficie del suolo più o meno perpendicolarmente e che si espande orizzontalmente in tutte le direzioni, a raggiera – lo ha letteralmente spazzato via.

«Il vento è arrivato impetuoso, gonfiava le lamiere di alluminio del capanno, sembrava le volesse strappare, tremava tutto. Nel chiudere il portone del box di rimessaggio – racconta ancora l’uomo – il vento ha investito il portone, la maglietta mi si è agganciata alla lamiera e sono stato letteralmente sparato in aria dalla sua chiusura. Sono finito a tre metri dalla capanna, sono caduto male su un fianco, ho subito sentito un gran dolore alla gamba. Non riuscivo a muovermi un po’ per il dolore, un po’ per la paura: la tempesta nel frattempo era arrivata sulla mia testa e fuori volava di tutto: tegole, lamiere, piante, rami. Due minuti di follia. È stato come un incubo".

Dopo qualche momento, Riccardo è riuscito a riprendersi e a chiedere aiuto. "Con la forza della disperazione mi sono trascinato dentro e chiamato i soccorsi. Mi hanno portato al San Jacopo dove mi hanno riscontrato la frattura del femore e operato d’urgenza venerdì mattina. Visto quanto è accaduto in altre zone della Toscana, posso quasi dire che mi è andata bene".

Una bruttissima situazione che dimostra, ancora una volta, come in Toscana il maltempo possa essere estremamente pericoloso in questa fase di cambiamento climatico. "Bisogna iniziare a capire che questi eventi meteorologici sono sempre più frequenti e dobbiamo prendere le dovute precauzioni – conclude –: ancora non mi capacito di tutto ciò che mi è successo. La situazione è peggiorata con una velocità impressionante, il vento è stato spietato. Dobbiamo davvero iniziare a osservare e imparare che gli eventi estremi ci sono anche da noi e possono arrivare praticamente in ogni momento. Guai a sottovalutare i temporali, di questi tempi".