Luana D'Orazio, il figlio affidato solo ai nonni. Ora si apre la strada del patteggiamento

Il giudice si è espresso sulla tutela del bimbo dell’operaia: il padre escluso dal suo futuro. I due indagati chiederanno il rito alternativo

Pistoia, 18 ottobre 2022 - Non ci sono più impedimenti al patteggiamento. L’ultimo bonifico da parte della Unipol (per un totale di 336.500 euro) può partire in favore del figlio minorenne di Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni di Agliana stritolata dall’orditoio a cui stava lavorando nella fabbrica a Montemurlo il 3 maggio 2021. Si tratta di un passaggio chiave per consentire ai due indagati principali per la morte della ragazza, la titolare della ditta Orditura srl Luana Coppini e il marito Daniele Faggi (considerato l’amministratore di fatto), di poter accedere al patteggiamento in quanto tutte le parti sono state risarcite e tenendo conto della buona condotta processuale. I risarcimenti in favore dei genitori della ragazza (336.500 euro ciascuno per mamma e padre della giovane) e del fratello (100.000 euro) sono già stati pagati mentre quello al figlio era rimasto in sospeso in quanto pendeva ancora la questione dell’affidamento del piccolo (sei anni).

Il figlio di Luana è stato infatti affidato esclusivamente ai nonni materni. Lo ha stabilito il giudice tutelare del tribunale di Pistoia, a cui il padre del bambino, un giovane calabrese, aveva fatto ricorso presentando "richiesta di revoca del decreto di apertura della tutela in favore del minore". Il tribunale di Pistoia ha confermato il "decadimento dalla responsabilità genitoriale" del babbo del piccolo, già deciso dal tribunale dei minori di Firenze nei mesi scorsi. Per questo motivo il giudice per l’udienza preliminare di Prato, durante la scorsa udienza, non ha ammesso il giovane, in rappresentanza del figlio, tra le parti civili dell’eventuale processo, non ritenendo che il padre del bimbo abbia titolo per stare nel procedimento.

Luana D’Orazio è morta per l’"abbraccio mortale" (definizione forte data dal consulente della Procura) dell’orditoio, macchina tessile a cui era addetta nella ditta di Montemurlo, che era stato manomesso per funzionare con la saracinesca di protezione alzata. Tra le questioni da risolvere nel procedimento in corso per omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele antinfortunistiche c’era quella sulla patria potestà del figlio di Luana. Sulla questione sono intervenute varie competenze giudiziarie.

Il tribunale dei minori di Firenze si era già espresso sul tema ma mancava il giudice civile di Pistoia – il bambino vive ad Agliana coi nonni –, che, sulla tutela, non aveva ancora emesso un parere. Il bambino non figura, comunque, fra le parti civili in quanto il nonno – a cui era stato affidato in via provvisoria – non ha fatto richiesta. Solo la mamma della ragazza, Emma Marrazzo, è fra le parti civili insieme alla Cisl, all’Inail, la Femca Cisl (nessun altro sindacato o ente si è fatto avanti), l’Amnil (associazione nazionale mutali e invalidi del lavoro). La prossima settimana riprenderà l’udienza preliminare alla quale i due imputati, difesi dagli avvocati Barbara Mercuri e Alberto Rocca, chiederanno di patteggiare. Il terzo indagato, il manutentore Mario Cusimano assistito da Melissa Stefanacci, non chiederà riti alternativi.

L.N.