Storico dell’arte, narratore di storie, navigatore, ricercatore, musicista, attore e scrittore. Non soltanto Lorenzo Cipriani è un personaggio assolutamente unico, ma è in continua evoluzione, e da ogni impresa da lui compiuta ne scaturisce un’altra e tutto riconduce al suo grande amore per la Storia. E conoscerla, per lui, non è mai sufficiente, perchè c’è sempre qualcosa da scoprire, e quindi da imparare. Ritratto dal fotografo Nicolò Begliomini fa parte dei sessanta "Pistorienses" in mostra tra le Sale Affrescate e il Museo civico di Arte antica, a Palazzo Comunale. La sua immagine da navigatore si trova al Museo Civico e dialoga con il quadro dipinto da Luigi Crespi, detto lo Spagnoletto, che ritrae Lanfredino Cellesi, che fece parte dell’Ordine Marinaro voluto da Cosimo I dei Medici nel 1561.
Quale progetto la impegna?
"Sto lavorando a un nuovo giro del mondo antico nel Mediterraneo. Il progetto si chiama “Art Odissey 2“ e si compirà nel corso del 2023. Qui non si tratta soltanto di navigare: è una riscoperta dei luoghi simbolo di antiche culture che sono alla base della cultura occidentale".
E sul fronte della biologia?
"C’è il progetto Microplasmed con il Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze. Dopo gli studi umanistici mi sono ritrovato a fare anche il ricercatore di biologia. Qui lavoriamo sui microorganismi che disgregano le microplastiche. E sempre con il Dipartimento stiamo pianificando una grossa avventura oceanica che ci porterà sull’antica rotta del brigantino Beagle di Charles Darwin: studieremo il biota umano del nostro equipaggio e come i microorganismi si alterano e si rafforzano, ricavando informazioni che saranno importanissime anche per la lotta a certi virus ".
Il teatro occupa un posto molto importante nella sua vita...
"Esatto. Insieme alla Regione Toscana e Controradio stiamo portando in tutti i grandi teatri della Toscana uno spettacolo che affronta la trasformazione della paura in forza e opportunità. Sono testi efficaci, sia per i ragarazzi che per gli adulti, che ho scritto aiutato nella drammaturgia da Maria Cassi e, negli aspetti psicologici, dalla psicoterapeuta Diana Lenza. Accanto a me c’è il musicista Tommaso Allegri, con i suoi paesaggi sonori".
E Beatrice?
"La storia di Beatrice di Pian degli Ontani, la poetessa pastora che cantava in ottave mi ha sempre affascinato, e la stiamo portando nei teatri e nei luoghi simbolo della montagna pistoiese. La gente di Montagna ne è entusiasta. C’è sempre Allegri al mio fianco e cantiamo le ottave in forme nuove, che vanno oltre la tradizione, e questo accende una grande curiosità".
E delle opere pistoiesi migrate nel mondo che ci dice?
"Per Pistoia Musei sto realizzando un ciclo di podcast (contenuti audio diffusi su internet) che si chiama “Gli Spaesati“, dedicato alle opere d’arte pistoiesi emigrate nei più grandi musei del mondo. Tante storie, una più avvincente dell’altra che delineano itinerari di opere d’arte nel mondo che appartengono al nostro passato".
Lei si impegna anche per l’Iran...
"Con alcune amiche pistoiesi abbiamo fondato un comitato per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla repressione in Iran. Ci aiuta Asia Raoufi, di origine iraniana, mediatrice culturale, interprete dal persiano e insegnante del Pacini. Con lei, con Controradio, abbiamo realizzato una videointervista che racconta l’escalation della violenza in Iran".
E’ contento di far parte di "Pistorienses?
"Sono felice, perchè qui ho le mie radici, che continuo a studiare e divulgare, e sono stato molto felice di essere associato a un personaggio della nostra storia, e questo anche per gli studi di mio padre Alberto, e di essere presente nel Museo Civico, che è la mia casa. Spero che questo progetto prenda dimensioni sempre più ampie, creando ponti. E’ un progetto identitario, che ha ancora tante sorprese da rivelare".
lucia agati