REDAZIONE PISTOIA

L’omaggio eterno di Jorio Vivarelli sarà celebrato a villa Stonorov

L'artista pistoiese Jorio Vivarelli lega la sua opera a Giacomo Matteotti in un monumento a Roma. La Fondazione Vivarelli e Turati discutono dell'opera e del libro "Muoio per te". Il monumento "Memoria storica" rappresenta la distruzione fisica e l'ideale in ascesa. Restaurato in vista del centenario del delitto.

C’è un legame tra l’artista pistoiese Jorio Vivarelli e la figura di Giacomo Matteotti, celebrato in un monumento bronzeo che lo stesso Vivarelli realizzò nel 1974 per il cinquantesimo anniversario del delitto e che si trova a Roma sul lungotevere Arnaldo da Brescia, proprio nei pressi del luogo in cui il deputato socialista fu rapito e assassinato il 10 giugno del 1924.

Sarà analizzato anche questo aspetto nel corso della giornata promossa per venerdì (ore 17.30) da Fondazione Vivarelli e Fondazione Turati a Villa Stonorov. Al pomeriggio interverrà l’onorevole Riccardo Nencini che presenterà il libro "Muoio per te" (Mondadori, 2024), cui seguirà l’intervento di Roberto Agnoletti ad illustrare le caratteristiche di quel monumento. "Memoria storica", questo il nome dell’opera, misura 16 metri in altezza per 4,30 in larghezza. Ritrae orizzontalmente una materia distrutta, aggrovigliata e riversa, simile a una radice arborea, che secondo le parole dello scultore significa "la macerazione e la distruzione fisica, intesa in senso umano", insieme a un elemento verticale che si eleva a partire da quella superficie e che "più che una stele è una gemma che sta a significare l’ideale in ascesa verso lo spazio, attraverso una forma scattante, pura, lirica, simbolo di chiarezza e di speranza e inoltre monito all’umanità".

Così Vivarelli raccontava l’imponente installazione la cui realizzazione gli fu affidata dal Comitato nazionale per le onoranze creato su iniziativa del partito socialdemocratico. Il parlamentare pistoiese Antonio Cariglia, in quegli anni presidente del gruppo del Psdi alla Camera (nonché fondatore della Fondazione Turati) fu il tramite per la realizzazione del monumento. Progettata e modellata nella sua casa studio di Felceti, la statua (del peso di 80 quintali) venne fusa alle fonderie Michelucci e da lì trasportata a Roma. Nei mesi scorsi, proprio in vista del centenario, l’Amministrazione Capitolina ha preso contatti con la Fondazione Vivarelli per acquisire la documentazione originaria del monumento per procedere al restauro dell’opera.

l.m.