L’Arma in San Bartolomeo. Messa per la Virgo Fidelis

La funzione officiata dal vescovo Fausto Tardelli, presente anche il prefetto. Nel discorso del comandante Nacca, un pensiero per la "Giornata dell’orfano".

L’Arma in San Bartolomeo. Messa per la Virgo Fidelis

L’Arma in San Bartolomeo. Messa per la Virgo Fidelis

Si sono svolte martedì mattina, nella chiesa di San Bartolomeo in Pantano di Pistoia, le celebrazioni in occasione della "Virgo Fidelis", dell“82° Anniversario della battaglia di Culqualber e della "Giornata dell’orfano", officiate dal vescovo Fausto Tardelli. Presenti le massime autorità militari, civili e religiose della Provincia, tra i quali il comandante provinciale dei carabinieri di Pistoia, colonnello Stanislao Nacca e il prefetto della Provincia di Pistoia, Licia Donatella Messina. La ricorrenza della patrona è stata fissata dal pontefice Pio XII per il giorno 21 del mese di novembre, in cui cade la presentazione di Maria Vergine. Sotto questo nome la Vergine Maria è divenuta patrona dell’Arma dei carabinieri l’11 novembre 1949. Il titolo di "Virgo Fidelis" era stato sollecitato in relazione al motto araldico dell’Arma "fedele nei secoli”. La preghiera del Carabiniere alla “Virgo Fidelis” è dell’Arcivescovo Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, che nel 1949 era Ordinario Militare. Eccone il testo: "Dolcissima e gloriosissima Madre di Dio e nostra, noi Carabinieri d’Italia, a Te eleviamo reverente il pensiero, fiduciosa la preghiera e fervido il cuore!".

Nella stessa data ricorre l’82° anniversario dell’eroica difesa del caposaldo di Culqualber da parte del I Battaglione Carabinieri e Zaptiè quando, il 21 novembre 1941, valorosamente si sacrificarono in una delle più cruente battaglie in terra d’Africa. Per il valore dimostrato in quell’occasione, la bandiera dell’Arma venne insignita della seconda medaglia d’oro al valor militare, con la seguente motivazione: "Dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per ultima volta in terra d’Africa, la vittoria delle nostre armi. Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa impari lotta corpo a corpo nella quale comandante e carabinieri fusi in un solo eroico blocco simbolico delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell’Arma" (Culqualber - Africa Orientale, agosto-novembre 1941).

Nel corso del discorso tenuto dal Comandante Provinciale dei Carabinieri un sentito e affettuoso pensiero è stato dedicato agli orfani, di cui si celebra la giornata, primi destinatari del dolore per le gravi perdite affettive.