La terribile prigionia del maresciallo Pecorini

La Biblioteca dell’Amicizia ospita venerdì un evento storico con la presentazione del libro di Laura Vignali "Il cappotto del babbo"

Più di dieci anni da quando quelle vicende si sono fatte libro e non un solo velo di grigio o polvere a sbiadirle. L’emozione, quand’è de "Il cappotto del babbo" (Del Bucchia editore, 2010) di Laura Vignali che si parla è immutata: perché è come entrare nella segrete di una storia che in fondo appartiene a tutti, tra gli affetti più stretti di una famiglia, e partecipare a un dolore enorme, altrimenti indicibile. Ecco perché parlarne ancora e farlo stavolta alla Biblioteca dell’Amicizia del Bar Nazionale (Piazza Leonardo da Vinci 21, a Pistoia), di Alessandra Vannetti il prossimo venerdì 10 maggio alle 17.30, assieme alla stessa Laura Vignali in dialogo con la giornalista de La Nazione Lucia Agati e con le letture di Tania Ferri. A rendere ancora più emozionante questo pomeriggio sarà la presenza di Carla Pecorini, figlia, assieme alla sorella Luciana, di quel babbo richiamato nel titolo del libro. La storia è quella del maresciallo dei carabinieri Giuseppe Pecorini, internato nel campo di concentramento di Brema, contenuta in un minuscolo libriccino scritto a lapis a documentare otto mesi di quella sua terribile prigionia. Una testimonianza rimasta nascosta dentro a una scatola, in una soffitta di casa e tornata alla luce solo alla fine del 1980. Infine ‘esplosa’ pubblicamente grazie all’incontro tra Carla Pecorini e Laura Vignali che si è fatta dolce e delicato megafono di questa preziosissima storia che chiama a una promessa di eterna memoria. "Non era nelle nostre intenzioni scrivere quella storia nel classico tono della testimonianza dolorosa. Non era neppure nelle mie abilità compiere un lavoro che fosse solo storico. Avevo bisogno di inventarci una storia dentro – ricorda l’autrice –. Scelsi allora di raccontare dal nostro punto di vista, scrivendo degli incontri con le sorelle nella loro casa, di mio marito che cercava di mettermi nei giusti binari della scrittura del romanzo. Un diario nel diario, senza voler fare metaletteratura". Il successo di quel libro è evidente ancora oggi, per la scrittura riuscita e ovviamente per la storia che ha il valore di testimonianza storica, tanto che con quella storia sono stati raggiunti studenti, si è condivisa una emozione. A firmare la copertina di quel libro fu il compianto Andrea Dami, "una presenza assenza che pesa" tiene a ricordare Laura Vignali.

Da quel libro, il contatore delle pubblicazioni per Laura Vignali è salito vertiginosamente arrivando a una sessantina di libri, molti dei quali usciti con Effigi di Mario Papalini. "Scrivere è il mio modo di esprimermi, i personaggi vengono di notte a bussare alla mia porta – dice Vignali –. Ultimo nato in ordine di tempo è ‘Priscilla e gli inganni del passato’, un romanzo pistoiese, dedicato a mia nonna. Un racconto ambientato tra gli anni ’60 e oggi, la storia di una nobile decaduta e di una vecchia tata. Qui ho voluto lavorare anche sul linguaggio: si trovano infatti diverse espressioni in pistoiese".

linda meoni