REDAZIONE PISTOIA

La pandemia fa esplodere le liti tra vicini di casa

Dalla protesta per i rumori alla rabbia per la gestione degli spazi comuni del condominio: boom di episodi

Un rifugio che diventa improvvisamente prigione, i rumori che arrivano dall’appartamento di sopra o accanto che si fanno insopportabili così come quei "vizietti" antipatici dei vicini: chi pensava che la dimensione "condominio" in tempi di relazioni ridotte causa pandemia potesse essere un’occasione preziosa di socialità, guardando all’ultimo anno avrà di che ricredersi. Liti inasprite, tolleranza ridotta ai minimi storici e un grado di diffidenza inimmaginabile tra ‘quasi conviventi’ sembrerebbero essere le situazioni più diffuse in un’epoca, quella Covid, che ci vede sempre più inquadrati in un contesto che è sì casa, ma anche ufficio, ristorante e luogo d’intrattenimento allo stesso tempo. Con il rischio reale che certe convivenze diventino forzate. "Nonostante la pandemia che dovrebbe far riflettere su ciò che davvero conta – è il commento di Roberto Asaro, presidente Anaci Prato-Pistoia, Associazione degli amministratori di condominio –, la gente non si è affatto tranquillizzata, la pazienza è letteralmente sparita e le diatribe tra condomini si sono accentuate. Questo è il dato che emerge dalle nostre riunioni". I problemi in questo anno davvero particolare si sono anzi moltiplicati, colpa del virus e della fruizione degli spazi comuni in quelle situazioni abitative in cui si fossero verificati casi di positività al Covid: "La gestione non è stata semplice, abbiamo dovuto fare i conti con l’assenza di comunicazione – continua Asaro –, dell’Asl da un lato che non ha mai avvisato l’associazione o gli amministratori, degli inquilini dall’altro: spesso e volentieri per imbarazzo o scarso senso civico anche loro non hanno riferito la loro positività, non considerando l’importanza di intervenire tempestivamente negli spazi comuni. Ne è conseguita in quei casi una tardiva sanificazione, esponendo i condomini a rischi reali anche nel semplice utilizzo di ascensori e vani scale, con lo scatenarsi di conseguenza di nuove liti tra vicini". Tra le cause che più fanno innescare la scintilla c’è poi, là dove presente, l’uso del giardino, in questi lunghissimi mesi, spesso anche senza scuola, frequentati soprattutto dai bambini poco attenti secondo alcuni nell’uso delle mascherine.

"Non solo bambini, naturalmente: il mancato uso della mascherina anche da parte degli adulti e anche negli altri spazi comuni interni è ragione di continue segnalazioni. C’è la concreta difficoltà tra vicini a trovare un compromesso, a comprendere il momento. Se le liti sfociano in vere e proprie cause legali? Consapevoli del momento cerchiamo come amministratori di redimerle, ma è un lavoro che richiede grandi energie. L’unico caso di sana collaborazione risale al Natale scorso a Prato: un gruppo di signore ebbe l’idea di illuminare per le feste la corte comune con le luminarie e avviò un bel lavoro di cooperazione".

linda meoni