
Una lista di clienti condivisa, l’accordo con i fornitori e lo scambio dei compartori affezionati: così gli spacciatori si erano oragnizzati, di fatto spartendosi la piazza di Quarrata e non solo. Le indagini erano partite un anno fa e a marzo scorso erano scattati i primi arresti. La maxi operazione "Thunderstorm" aveva portato a smascherare una articolata rete di spacciatori, quasi tutti gravitanti nel territorio quarratino. Ieri sono arrivati i primi patteggiamenti fino a 4 anni e mezzo. La pena più alta è stata per Adolfo Curello, che ha patteggiato 4 anni e 6 mesi, poi c’era il tuttofare, Jawad Lagrich, 39 anni, gravitante tra Quarrata e Prato, una delle menti dell’organizzazione, che ha patteggiato una pena di 3 anni e 6 mesi. Gli altri: Marco Cristiano, Alessio Ballaro e Ahmed Najim, hanno avuto pene dai 10 mesi a un anno.
L’indagine, lo ricordiamo, era partita un anno fa con l’arresto in flagranza che i carabinieri di Quarrata avevano effettuato nel dicembre 2019 in piazza Aldo Moro: dall’analisi del telefono dell’arrestato, erano emerse numerosissime conversazioni che avevano permesso di risalire alla rete di spaccio. Così erano partite le intercettazioni telefoniche e ambientali, coordinate dalla Procura di Pistoia, pm Leonardo De Gaudio. I carabinieri di Pistoia e quelli di Quarrata hanno analizzato oltre 20.000 telefonate. Era così emersa l’esistenza di un sodalizio: i pusher collaboravano tra loro, scambiandosi all’occorrenza favori e clienti. Le cessioni al dettaglio venivano perlopiù effettuate da cittadini italiani, ciascuno dei quali aveva proprie zone di competenza. I clienti prenotavano l’acquisto di "una gallina, un caffè, una marmitta", termini in codice per rendere ben chiaro quantità e tipologia di sostanza richiesta. Gli appuntamenti venivano poi fissati nei giardini pubblici di piazza Aldo Moro, vicino alla chiesa di Santa Maria Assunta, nella zona del campo da basket, nella piazzetta nota come "il gatto, vicina al Fermulla e sul retro di una tabaccheria, posta lungo via Corrado da Montemagno e, infine, nei giardini pubblici di via San Lorenzo, vicino alle scuole medie.
Martina Vacca