REDAZIONE PISTOIA

La lunga scia dei ladri del verde: tantissimi raid negli ultimi mesi

Nel mirino dei malviventi imprese agricole di tutto il territorio provinciale "Chiediamo più controlli"

Il maxi furto di piante a Piuvica è solo l’ultimo di una lunga serie di raid nei vivai pistoiesi, in particolare negli ultimi due mesi. A ridosso di Natale è stato registrato il furto di cinquemila piantine di acero rosso, probabilmente avvenuto su commissione, nell’azienda Giacomo Giacomelli a Ramini. I titolari si sono accorti del furto solo la mattina, quando erano rimaste solo le buche in terra: un episodio che ha fatto alzare la voce alle associazioni di categoria per chiedere più controlli da parte delle forze dell’ordine. Del resto difendersi è impossibile, nel senso che è difficile recintare i terreni, specie nelle grandi aziende. Nel caso dei vivai Giacomelli non ci sarebbero state neanche le telecamere a presidio della zona. Le piantine di specie come il ’Cupressuss Leylandii valgono molto sul mercato (si parla di migliaia di euro) e d’altra parte sono facili da trasportare e facili da piazzare tra gli addetti. Il titolare dell’azienda ha denunciato il furto ai carabinieri, ma gli accertamenti in questi casi sono difficili da fare. Altri furti di minore entità erano stati messi a segno nei giorni precedenti in altri vivai, nella piana e in particolare a Badia e a Santomato.

A fine novembre i carabinieri della stazione di Larciano hanno arrestato due albanesi, di 29 e 60 anni, per il reato di furto. I malviventi erano stati visti all’interno di un bosco di proprietà di una azienda agricola di Castelmartini a bordo di un furgone. I ladri sono stati sorpresi dai carabinieri mentre asportavano e caricavano sul veicolo, dopo averle tagliate, cinquemila piante di pungitopo selvatico. Gli arrestati sono stati rispettivamente condannati a un anno e sei mesi, per direttissima, con pena sospesa, mentre l’altro è agli arresti domiciliari in attesa del processo. Sempre in Valdinievole, a Ponte Buggianese, un paio di settimane prima erano state portate via da un vivaio dell’azienda agricola Osvaldo Panconi e figli cinquecento piante di magnolie. In quella circostanza i ladri, approfittando del terreno morbido perché bagnato dalla pioggia (analogamente a quanto successo al vivaio di Stefano Agostini) estirparono con relativa facilità le piante che erano destinate a rimanere a dimora almeno dieci anni. A ottobre, infine, erano state rubate circa seimila piante di cipressoappena messe a dimora in un vivaio di Piuvica "Invitiamo le aziende a controllare ancor di più l’origine delle piante che si acquistano", aveva spiegato Coldiretti.

Alessandro Benigni