Il preposto di Montale don Paolo Firindelli ha chiesto ai tre candidati a sindaco di Montale di lavare i piedi, insieme a lui, a dodici persone di Montale in rappresentanza della comunità civile montalese durante la cerimonia della lavanda dei piedi del Giovedì Santo nella chiesa di San Giovanni Evangelista a Montale. I tre candidati a sindaco, Ferdinando Betti, sindaco uscente a capo della lsita "Montale futura" di centrosinistra, Lorenzo Bandinelli della lista civica di centrodestra "Noi per Montale" e Sandro Nincheri della lista civica "Montale Rinasce" hanno accettato volentieri l’invito del parroco e hanno lavato i piedi ciascuno di loro a tre delle dodici persone che nella cerimonia svolgevano il ruolo degli apostoli. I dodici cittadini sono stati scelti da Don Paolo per rappresentare i vari settori e le diverse generazioni della popolazione montalese. I tre candidati a sindaco si sono inginocchiati, hanno lavato i piedi con l’acqua versata da una brocca e dopo averli asciugati con un panno bianco li hanno baciati. Lo stesso ha fatto, come da tradizione, il preposto don Firindelli. La cerimonia è avvenuta in una chiesa piena di gente che ha assistito in silenzio, con devozione e interesse ad una lavanda dei piedi dal valore simbolico molto chiaro, quello che indica il servizio come dovere primario per chi assume ruoli di governo e di amministrazione.
"Servire e non farsi servire" ha detto nell’omelia con parole molto nette Don Paolo Firindelli che, nel ringraziare i candidati della loro partecipazione alla lavanda dei piedi, ha rivolto loro il messaggio che nella posizione di chi governa una comunità "non bisogna solo essere credenti, ma anche credibili". Un appello speciale e particolarmente accorato ai candidati da parte di don Paolo ha riguardato l’attenzione da rivolgere ai giovani, alcuni dei quali erano rappresentati tra i dodici "apostoli". "Ai giovani – ha detto don Paolo – bisogna fare spazio". Le dodici persone a cui il parroco e i tre candidati hanno lavato i piedi venivano da diversi ambiti della comunità, quello del lavoro e delle professioni, della scuola e della comunicazione, ciascuno con la propria storia personale e familiare, anche con la propria croce da portare. Ai candidati a sindaco e agli "apostoli" don Paolo ha consegnato un pane benedetto. "I gesti – ha sostenuto don Paolo – esprimono di più delle parole".
Giacomo Bini