REDAZIONE PISTOIA

Influenza, ancora pochi vaccinati "Sfiducia per la campagna no vax"

Percentuali basse: a Pistoia si arriva al 45 per cento, mentre l’obiettivo nazionale sarebbe del 75 per cento. Pace (segretario Fimmg): "L’australiana è pericolosa per anziani e fragili: proteggerli è un dovere collettivo"

Quest’anno l’influenza è e sarà più cattiva. Lo dicono i dati sanitari: i sintomi sono di una febbre alta e complicazioni connesse, che per gli anziani e i fragili si traduce in un rischio di disidratazione. Per questo, quest’anno più che mai la vaccinazione è raccomandata. Eppure i dati delle somministrazioni effettuate nel nostro territorio raccontano un’altra storia. "Siamo fermi al 45-50 per cento – spiega il segretario provinciale della Fimmg, federazione dei medici di medicina generale, dottor Giuseppe Pace – quando invece l’obiettivo nazionale va dal 75 al 95 per cento della copertura". A cosa è dovuto questo ritardo? "Più che di un ritardo io credo si tratti duna sfiducia nella capacità di protezione e nella bontà dei vaccini", spiega ancora Pace. "E’ l’effetto della potente campagna ‘no vax’ avviata per contrastare la vaccinazione contro il Covid, che si ripercuote anche sulla campagna vaccinale antinfluenzale, con danni che saranno davvero pesanti per tutti".

Innanzitutto, i contagi, secondo l’analisi che fa il dottor Pace, saranno maggiori, in conseguenza del fatto che abbiamo abbandonato i dispositivi di protezione individuale, ovvero le mascherine. Se a ciò si associa una minore adesione alla campagna vaccinale, che dunque restringerà il numero delle persone protette, si comprende l’effetto che questa ondata produrrà. A questi dati, si associa anche la concomitanza dei contagi da Covid che ritardano le somministrazioni dei vaccini anti influenzali. "Chi contrae il Covid, come è chiaro – spiega il dottor Pace – non può sottoporsi alla vaccinazione anti influenzale perché non è nelle condizioni ottimali". Ma, soprattutto, la vaccinazione è un dovere collettivo nei confronti dei fragili e di chi ha in corso terapie importanti.

"Pensiamo ai pazienti oncologici o a chi è in attesa di un intervento – prosegue Pace – che in caso di contagio (da Covid o influenza) è costretto a rimandare le terapie". Infine, in queste settimane, i medici di famiglia sono alle prese anche con un altro problema. "I tamponi rapidi, anche quelli delle farmacie non riescono a rilevare il contagio Covid prima di tre o quattro giorni dalla comparsa dei sintomi". Questo – spiega Pace – ritarda anche le nostre diagnosi".

Intanto, l’influenza sta già intasando gli ospedali e la pressione si farà più forte nei prossimi mesi, così come per gli ambulatori di medicina generale. Il vaccino può essere eseguito contattando il proprio medico di famiglia ed è gratuito per le persone con più di 60 anni, con malattie croniche e che rientrano nelle condizioni previste dalla circolare ministeriale.

M.V.