
Partirà il prossimo 13 aprile, davanti al giudice Paolo Fontana, il processo per lo spaventoso rogo che scoppiò nella discarica del Cassero il 4 aprile del 2016. Le fiamme partite dal sito dove bruciarono rifiuti speciali e pneumatici, sprigionarono una nube che per giorni si propagò sulle zone circostanti, gettando nella paura i residenti. Ieri mattina il giudice per le udienze preliminari Luca Gaspari, su richiesta del sostituto procuratore Luigi Boccia, titolare delle indagini, ha disposto il rinvio a giudizio per Alfio Fedi, all’epoca presidente del Cda di Pistoiambiente (oggi Lithos Investimenti Srl) che allora gestiva la discarica del Cassero e che è difeso dall’avvocato Andrea Niccolai, e per Michele Menichetti, l’allora direttore tecnico della discarica, difeso dall’avvocato Fabio Celli. Le accuse sono di incendio colposo e violazione delle prescrizioni dell’autorizzazione unica ambientale. All’origine dello spaventoso incendio del 2016, infatti, ci sarebbe un’alta concentrazione di idrocarburi pesanti nei rifiuti conferiti, che, secondo la procura, per questo motivo non avrebbero dovuto essere smaltiti nella discarica. Analisi incomplete e una classificazione sbagliata avrebbero accompagnato i carichi erroneamente identificati come non pericolosi.
Doppia la posizione del Comune di Serravalle, rappresentato dall’avvocato Lorenzo Magrini di Pistoia: compare come parte civile ed è al tempo stesso chiamato in causa anche quale responsabile civile (l’ipotesi di reato è quella di omesso controllo riguardo alle attività della discarica), ruolo per il quale Magrini ha chiesto al giudice l’estromissione. Quattro le associazioni ambientaliste che si sono costituite parti civili insieme a un gruppo di residenti: si tratta Legambiente circolo di Pistoia, rappresentato dall’avvocato Floriana Cepele del foro di Prato, che rappresenta anche l’associazione Zero Weist Italy; Italia Nostra Onlus con l’avvocato Capano di Prato, e il Forum Ambientalista con l’avvocato Sarno. Il giudice si è invece riservato in merito alla richiesta, avanzata dal Comune e dalle associazioni, di sequestro conservativo dei beni degli imputati e delle società alle quali i beni sono stati trasferiti medio tempore: si tratta della Lithos Srl Investimenti (immobiliare che gestisce il Lingottino di Pistoia) nella quale è confluita Pistoia Ambiente (dopo la cessione del resto dell’azienda ad Hera Spa) e di Hera Spa.
Martina Vacca