REDAZIONE PISTOIA

Il nodo competitività La via di Tempestini "Le giuste basi ci sono Serve più ambizione"

La nostra intervista al direttore di Confcommercio sugli scenari futuri "Dai numeri un’inversione di tendenza, ora nuove linee di sviluppo. Occorrono progettualità da declinare con approcci manageriali". .

Il nodo competitività La via di Tempestini "Le giuste basi ci sono Serve più ambizione"

Sale il clima di fiducia delle imprese che operano nel terziario in Toscana: Firenze, Lucca e Arezzo si confermano città traino dell’economia regionale, mentre Pistoia appare più attardata, ma comunque in scia. è il quadro che emerge dall’ultimo report stilato da Format Research per conto di Confcommercio Toscana. L’indagine ha esplorato il sentiment degli imprenditori per produrre un consuntivo del primo semestre 2023 e per tracciare la rotta dei mesi successivi. Come approfondito nel servizio a fianco, nella graduatoria delle dieci province esaminate, Pistoia risulta collocata à metà del guado sia per quanto riguarda la fiducia nell’economia italiana che per settore di attività. Spicca a giugno 2023 il secondo posto – dopo Firenze – per andamento dei ricavi. Seconda piazza anche per quanto riguarda l’occupazione, ma la provincia scende in tema di fabbisogno finanziario (quinta), inteso come capacità di fare fronte alle proprie esigenze economiche. Un quadro complesso che abbiamo analizzato insieme a Tiziano Tempestini, direttore generale di Confcommercio Pistoia e Prato.

Tempestini, è corretto dire che Pistoia rincorre?

"In parte. Proviamo a contestualizzare il dato. Perché se è vero che c’è distanza rispetto al treno di testa in termini di autosufficienza finanziaria e fiducia, i numeri su ricavi e occupazione indicano un’inversione di tendenza. Il nostro è un orizzonte effervescente: c’è il turismo che traina, certo, ma si apprezza anche una decisa ripresa per quel che concerne il commercio e i servizi. Segmenti che crescono perché diventano sempre più capaci di aderire alle nuove regole d’ingaggio: penso ai grandi temi della transizione ambientale e di quella digital, in primis. Questo non significa che possiamo dirci soddisfatti. L’intento è quello di manifestare più ambizione, per creare quell’innesco che porta alla voglia di fare, di mettersi in gioco".

Si spieghi meglio.

"Mettiamo di lato Firenze, che gioca un campionato a parte. L’esempio di Lucca e Arezzo, città che evidenziano una dimensione demografica, sociale ed economica affine alla nostra, deve però servire. Lì si è scelta da tempo la via della programmazione condivisa. Ma è stato un percorso. Si è intuito che soltanto unendo le forze su progettualità comuni sarebbe stato possibile spuntarla. E i risultati gli stanno dando ragione. Pistoia ha tutto quel che serve per poter replicare e magari superare quei modelli. Ma serve una nuova linea di sviluppo che si fondi su un’ambizione territoriale diffusa. In tutto questo, il tempo non è una variabile irrilevante: a fronte di un’economia che oggi si mostra in espansione, cavalcare il momento correttamente è fondamentale per non pentirsene in futuro. Specie se consideriamo le previsioni su una futuribile fase recessiva".

Uno scatto in avanti non banale. Come concretizzarlo?

"Oggi i territori che riescono a fare la differenza sono quelli che accettano la sfida dell’evoluzione. Credo che l’unica via possibile sia quella di tracciare le traiettorie dello sviluppo futuro e di metterle a terra con progettualità che nascono da riflessioni alte, ma poi vengono decodificate e realizzate con approcci manageriali. Noi stiamo provando ad essere fedeli a quella parte del nostro compito che ci richiede di ispirare: lo stiamo facendo con il Piano Strategico di competitività per le province di Pistoia e Prato. Questioni, strategie, azioni: mettersi ogni giorno alla prova con contesti sfidanti è l’unica ricetta per crescere".

Ha accennato al nodo-tempo: c’è da inserirsi in un contesto dove il turismo viaggia a velocità doppia, non crede?

"Non penso che servano altre prove per stabilire che si tratta del propellente sano del Paese. Una dinamica che da qualche tempo stiamo osservando in termini più ampi anche a Pistoia, complice l’overbooking fiorentino. Anche qui però dobbiamo fare i conti con la nostra ambizione: ci accontentiamo di intercettare passivamente questi flussi o mettiamo in campo le condizioni per diventare stabilmente attrattivi? Se punti a mettere Pistoia in cima alla mappa della competitività toscana non c’è nemmeno da pensarci".

Commercio, turismo e servizi: che Pistoia si aspetta da qui al 2030?

"Una città che sappia esaltare i propri elementi di forza, scansare le liti da cortile e fare quadrato sulle questioni che contano. Come il benessere diffuso, che è una questione culturale, sociale, economica. Ma quell’orizzonte lo intravedo soltanto a patto di trasformare i propositi in realtà. Una cosa che puoi fare soltanto se decidi di non accontentarti e ambisci a traguardi importanti".

albe