
Si può parlare di cultura e territorio anche a partire da…una panchina. Certo non una panchina qualunque, ma in quelle della neonata collezione "Il morale della favola" di sicuro: interamente realizzate con materiale di scarto, zero contenuto di plastiche, ma soprattutto tanto territorio a chilometro zero, nella fattispecie tanta Foresta del Teso. A dar vita a questa speciale collezione che celebra il legno e l’appartenenza alla montagna pistoiese, un vero inno alla sostenibilità, sono la ditta Om legno che ci ha messo la produttività e l’architetto David Ulivagnoli che ci ha messo i disegni. La collezione raccoglie non solo panchine ma anche tavoli, contenitori per raccolta differenziata, librerie per il book sharing e particolarità adatte all’arredo per esterno ed è nata da un’idea di Lorenzo Mucci, a capo della Om Legno, che appena un anno fa, sulla scia del successo riscosso dai contenitori per la raccolta differenziata, si è rivolto a Ulivagnoli stuzzicando la sua fantasia. Sono bastati pochi disegni, diventati poi modelli 3D e infine prototipi: "Siamo partiti dal morale di legno come elemento base del progetto – racconta l’architetto –. L’arcobaleno è stata una delle nostre prime fonti di ispirazione: lo abbiamo ricreato con i vari cromatismi del legno, mettendone di tanti tipi diversi e mai uguali in ogni pezzo della collezione". Nutrito il gruppo di menti che qui ha messo lo ‘zampino’, dal designer Davide Di Bella al fabbro Michelangelo Vangelisti, insieme ai contributi di Clio Cinotti e Daniela Santoro per la comunicazione, delle architette Giulia Michelozzi e Irene Costantino, del geometra Stefano Nesti e dell’incisore Massimo Vignozzi. "Questa è una collezione che rispecchia l’orgoglio di appartenenza alla nostra montagna – spiega Mucci –, tutta fatta recuperando il legno di scarto e completamente plastic free. Volevamo una collezione che avesse una concezione ulteriore rispetto alla normale risposta alle varie esigenze. Cosa che il Morale della favola ha, con la storia vera e propria che è capace di raccontare ed evocare".
"Dare nuova vita al legno è un’operazione quasi alchemica che dà energia – aggiunge Ulivagnoli -. E poi il fatto che siano i legni provenienti dalla nostra Foresta riempie di orgoglio. A chilometro zero sono anche i morali delle favole (degli autori dei nostri posti) che troviamo incisi al pantografo su ogni pezzo della collezione. La stessa frase la riportiamo anche in braille. Il nostro progetto ha un suo messaggio, una sua semiotica e una filosofia inclusiva, basata sul rispetto per l’ambiente e sull’attenzione che deve essere riposta nei confronti dei diversamente fortunati. Inclusiva come concetto di fondo, anche perché se nel mucchio degli scarti troviamo legni che vengono da lontano, li utilizziamo comunque, certi dell’arricchimento non solo cromatico che daranno al pezzo della collezione, che non potrà mai avere un elemento uguale all’altro".
linda meoni