
Il grande pubblico per Prodi e Chiti: "La sinistra riparta dai temi veri"
di Giacomo Bini
Una sala affollatissima, con tante persone in piedi, anche nelle sale attigue e perfino in strada, ha assistito, alla Casa del popolo di Spazzavento, al dialogo tra Romano Prodi e Vannino Chiti condotto dalla caporedattrice centrale de La Nazione Cristina Privitera per la presentazione del libro di Chiti “Dare un’anima alla sinistra“. "Ci volevano loro due per rivedere un pienone così", ha commentato una persona del circolo. L’attenzione dei presenti, il silenzio dell’ascolto facevano percepire l’attesa di una parola e di un’idea guida, chiara e senza ambiguità, per un popolo di elettori o ex elettori di sinistra ancora alla ricerca di un punto di riferimento. Il confronto non ha deluso, perché alle domande di Privitera sono arrivate risposte nette sui problemi del disordine internazionale e della giustizia sociale.
Per esempio, Prodi sul salario minimo si è espresso così: "È da matti avere dei dubbi su un salario di 6 euro netti, eppure la sinistra si è quasi divisa su questo e perfino una parte del sindacato è contraria, ma se un sindacato non riesce a contrattare un salario sopra i 6 euro non sa fare il suo mestiere". Inevitabile, data l’aggressione di Hamas a Israele, che si partisse dalle questioni internazionali. "Ci sarebbe bisogno dell’Onu, ma l’Onu non esiste – ha affermato Romano Prodi – ci vorrebbe l’Europa, ma l’Europa è come un buon pane cotto a metà, e il pane cotto a metà fa un po’ schifo... va completare la cottura di quel pane, con una politica estera comune, una difesa comune e togliendo la regola dell’unanimità nelle decisioni. Si può fare, anche con l’introduzione dell’euro non c’era unanimità". "Non è ammissibile che gli stati europei abbiano ciascuno le proprie forze armate – ha osservato Chiti – il risultato è una spesa militare complessiva dell’Europa che è la terza nel mondo e non produce una difesa comune".
Anche sulla guerra in Ucraina è mancata, per Prodi e Chiti, un’iniziativa di mediazione europea. "La Nato è indispensabile – ha detto Prodi –, ma dentro la Nato ci sono interessi specifici europei, in particolare sul mediterraneo. La guerra in Ucraina si potrà risolvere solo quando Cina e Usa si metteranno d’accordo scegliendo un mediatore". Chiti ha indicato la strada del multilateralismo con una citazione di Kennedy ripresa subito anche da Prodi: "Non dobbiamo convincere gli altri della nostra dottrina, ma porre le regole per vivere nelle diversità". Quando Privitera ha portato il discorso sul tema della disuguaglianza il professore ha tracciato la cornice: "Si sono avvicinati Paesi ricchi e Paesi poveri, ma all’interno di ciascun paese si è dilatata la distanza tra ricchi e poveri. Il problema della sinistra è far capire che ridurre le disparità sociali non vuol dire essere il partito delle tasse, che si tratta di redistribuzione. E poi c’è anche un problema di inclusione, la sinistra non può parlare solo ai ceti urbani, la sinistra è popolo, non elite". Chiti ha citato i dati forniti dalla Caritas sulla Toscana con il raddoppio della povertà e le molte famiglie costrette a scegliere tra sanità e trasporti. Entrambi hanno richiamato l’urgenza del tema della sanità pubblica. "Sono per la cooperazione pubblico privato – ha detto Prodi –, ma se al pubblico si lascia solo quello che non rende non va bene e anche se i medici vengono pagati molto di più nel privato". "Le Regioni di centrosinistra – ha auspicato Chiti – dovrebbero fare da guida su sanità pubblica e salario minimo".
Ricordando scherzosamente che era il 25esimo anniversario della caduta del suo governo Prodi ha detto che ci vogliono modalità nuove per parlare con la gente: "Bisogna rifare il coro, aprire un dibattito sulle 15 parole che si dicono a cena, dalla giustizia alla sanità, poi aprire discussioni ogni settimana in ogni città su quello che è emerso nel dibattito e alla fine sintetizzare in poche pagine e avremo un programma". Chiti ha spiegato perché ha usato l’espressione "anima della sinistra" intendendo le idee di fondo basate su lavoro, democrazia e pace. "Ma la sinistra ha bisogno, oltre che di un’anima, anche di un corpo", cioè di una buona struttura organizzativa, ha chiosato Prodi scatenando un lungo applauso con cui si è conclusa la serata.