Il caschetto per i volontari del 118 Interventi in diretta col medico

Già in uso a Pistoia è utile in emergenza e per visite da remoto. Allo studio anche soluzioni per i Dae

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È stato inventato in epoca pre-covid e la storia ha voluto che diventasse uno strumento di straordinaria attualità. E’ il caschetto di ultima generazione già in uso alle centrali operative del 118 di Pistoia e Arezzo, le prime a testarlo e adottarlo. Si tratta di un progetto cofinanziato dalla Regione Toscana che vede ancora protagonista il team di ricercatori dell’Istituto Tecip della Sant’Anna di Pisa. Basta premere un bottone sul caschetto e il volontario sull’ambulanza (che rimane, pertanto, a mani libere) entra in comunicazione con il medico che può coordinare le operazioni. Questo grazie alla telecamera collegata direttamente con la centrale operativa del 118 tramite tecnologia 4G, che in futuro potrà essere anche 5G, e al microfono ambientale. "Il caschetto viene utilizzato per lo più per visite domiciliari ma anche per interventi di emergenza, quando a bordo dell’ambulanza non è presente un medico" spiega il professor Piero Castoldi. Può essere, quindi, fondamentale in emergenze gravi come nel caso di un infarto, un ictus o una crisi respiratoria. Un’evoluzione verso l’ambito sanitario che non era scontata. La soluzione era stata, infatti, pensata e sperimentata in un campo del tutto diverso: il calcio. Ad indossare per primi il cacaschetto erno infatti stati gli arbitri di calcio. Obiettivo: non la moviola, ma la valutazione delle loro performance. Ma il limitato successo nel mondo calcistico ha portato la ricerca in altre direzione, oggi di estrema utilità.

E c’è un’altra applicazione del 5G attualmente in fase di studio,che va sempre nella stessa direzione. "Si tratta di un pogetto partito da poco, finanziato dalla Regione Toscana e svolto in collaborazione con l’istituto di Diritto della scuola e la Fondazione Monasterio – annuncia la dottoressa Silvia Fichera – e che segnerà una ulteriore evoluzione dei Defibrillatori. Al centro ci sono le persone comuni nel momento in cui s’imbattono in una persona che si è sentita male, magari a terra per un arresto cardiaco. Stiamo studiando la possibilità di creare un codice, un qr code per lgerre in tempi rapidissimi tutte le informazioni base di una persona, se è diabetico, quali altre patologie ha, in modo da riuscire a intervenire nel modo migliore. Un sistema che possa permettere anche un collegamento immediato con la centrale operativa".

F.B.